Seduta mista per le principali borse asiatiche dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,4% e lo 0,8% mentre Hong Kong cede l’1,8%. Contrastato il Giappone con Nikkei a -0,3% e Topix a +0,3%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a -0,4%, lo S&P500 e il Nasdaq, entrambi a -0,3%.
La Banca popolare cinese ha mantenuto il tasso sui prestiti a un anno stabile al 2,5% e ha drenato liquidità dal sistema bancario per la prima volta da novembre 2022.
I prezzi delle case in Cina sono intanto diminuiti a gennaio a un ritmo più lento sia per le unità nuove che per quelle esistenti, i primi segnali di miglioramento in 10 mesi. Il settore immobiliare continua comunque a rappresentare un ostacolo importante, sollevando dubbi sulla capacità della nazione di acquisire slancio e raggiungere l’ambizioso obiettivo di crescita del 5%.
In Giappone, il maggior gruppo sindacale della nazione pubblicherà i dati salariali che saranno attentamente esaminati. Numeri forti potrebbero infatti essere sufficienti a spingere la Banca del Giappone ad aumentare i tassi di interesse per la prima volta dal 2007, nella riunione della prossima settimana.
Negli Usa, i recenti dati hanno indebolito l’aspettativa di imminenti tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve alla luce di un’inflazione persistentemente elevata. Gli operatori prevedono che nella riunione del 19-20 marzo la banca centrale americana manterrà invariato il costo del denaro per la quinta volta consecutiva.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,088 e il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 148,4. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,2%) a 85,2 dollari al barile e il Wti (-0,2%) a 81,1 dollari.