La holding di Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma starebbe monitorando gli sviluppi all’interno di Finint, holding finanziaria che controlla il 59,6% di Save, prima di prendere qualsiasi decisione riguardo alla quota del 22% che detiene nel gestore dell’aeroporto di Venezia e Treviso. Una partecipazione pagata circa 14,75 euro per azione contro i 20 euro della chiusura di venerdì.
Secondo fonti di stampa l’adesione a un’eventuale offerta su Save assicurerebbe ad Atlantia una rotonda plusvalenza, però non si può escludere che la holding della famiglia Benetton decida di “difendere” il proprio investimento studiando eventuali contromosse.
Le indiscrezioni dei giorni scorsi ipotizzavano che il piano per liquidare la quota in Finint di De Vido, socio paritetico insieme a Enrico Marchi, preveda un’Opa obbligatoria su Save, probabilmente a giugno, da parte di due fondi infrastrutturali (la francese InfraVia Capital Partners e un fondo di Deutsche Bank) col supporto della stessa Finint.
Il veicolo costituito appositamente per l’operazione sarebbe finanziato per 700 milioni in equity e per 980 milioni in debito, di cui 440 per l’Opa, 240 milioni per rifinanziare il debito in essere di Save e 300 milioni per le capex. Assumendo che tutto l’equity venga impiegato per l’Opa, la valutazione dell’equity di Save sarebbe di 1,140 miliardi, o 20,6 euro per azione (attualmente il titolo tratta a 19,9 euro).
Dei circa 220 milioni incassati dall’Opa, Marchi ne utilizzerebbe una parte per liquidare De Vido, acquistandone le azioni per 100 milioni in contanti e 20 milioni in immobili. Dei residui 100 milioni, 90 sarebbero reinvestiti nell’Opa, cosicché Finint possa mantenere una quota del 12% in Save.