Bio-on (Aim) – Olio di frittura esausto ora utilizzabile per produrre bioplastica PHAs

Bio-on, realtà attiva nel settore della bioplastica, annuncia una nuova scoperta relativa alla possibilità di utilizzare olio di frittura usato, per produrre il rivoluzionario biopolimero Minerv PHAs, naturale e biodegradabile al 100%. Scoperta realizzata dalla Business Unit RAF (Recovery and Fermentation) nella nuova sede del gruppo bolognese a Castel San Pietro Terme (BO).

Nello specifico l’olio esausto va ad aggiungersi alle materie prime già utilizzate per produrre la bioplastica Bio-on ovvero melassi di barbabietola e canna da zucchero, scarti di frutta e patate, carboidrati in genere e glicerolo e per la prima volta la fonte di carbonio che alimenta il processo produttivo del biopolimero è di natura lipidica.

Grazie ad un sistema di trattamento preventivo dell’olio esausto da frittura, la bioplastica prodotta ha le stesse caratteristiche di quella ottenuta partendo da altri scarti o sotto prodotti agro industriali.

Ricordiamo che tutte le bioplastiche Minerv PHAs (poli-idrossi-alcanoati) sono ottenute da fonti vegetali rinnovabili ed ora anche lipidiche, senza alcuna competizione con le filiere alimentari, garantendo le stesse proprietà termo-meccaniche delle plastiche tradizionali col vantaggio di essere completamente ecosostenibili e biodegradabili al 100% in modo naturale. Inoltre presentano possibilità di applicazione, anche del tutto inedite, in settori dove la plastica tradizionale non è utilizzata.

Parole di soddisfazione quelle espresse da Marco Astorri, presidente e Ceo di Bio-on, che  ha dichiarato: “Questa importante novità è il risultato di due anni di ricerche e permette di attingere alle enormi quantità di questo prodotto di scarto soprattutto in mercati come quello del Nord America e dell’Asia, dove il consumo di cibi fritti è elevato e la quantità di olio esausto supera, secondo una nostra stima, il miliardo di litri al giorno. Un prodotto di scarto, che va smaltito con costi, anche ambientali elevati, diventa per noi una “materia prima” con cui alimentare i batteri che producono bioplastica PHAs secondo un processo completamente naturale”.