Il Ftse Italia Banche chiude sulla parità e in linea all’omologo europeo (+0,1%), non impedendo però al Ftse Mib (-1,7%) di chiudere in territorio negativo, risentendo anche dell’intonazione negativa di Wall Street.
Gli investitori continuano a manifestare timori sulla sostenibilità dei conti pubblici italiani, aumentata dopo la bocciatura arrivata alla manovra economica da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha fatto presente come “la previsione sul Pil del 2019 contenuta nella Nota di aggiornamento del Def eccessivamente ottimistica”. Tuttavia, i principali membri del Governo continuano a difendere la bontà delle stime contenute nel documento, incluso il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
In tale contesto lo spread Btp-Bund si prende una piccola pausa di riflessione, riportandosi in area 290 pb dagli oltre 300 pb della seduta precedente (fonte Mts Markets), dando un po’ di respiro al comparto bancario che però nel finale annulla il rimbalzo tentato per gran parte della seduta. In merito allo spread, Tria è tornato a ribadire che: “Non dobbiamo lasciare che la volatilità di breve termine dei mercati offuschi la nostra capacità di prendere decisioni equilibrate. La salita dei rendimenti sui titoli di Stato registrata negli ultimi giorni desta certamente preoccupazione ma voglio ribadire che si tratta di una reazione eccessiva, non giustificata dai fondamentali dell’economia e della finanza pubblica italiane”.
Sulla questione spread-banche è intervenuto anche il Fondo Monetario Internazionale, sottolineando che “se dovessero riemergere preoccupazioni sul mercato sulla politica di bilancio, il rischio è quello di riaccendere il legame fra banche e debito sovrano. I recenti avvenimenti in Italia suggeriscono che il legame fra banche e debito sovrano resta un importante canale di trasmissione di rischio”.
Si segnala che la Bce avrebbe intensificato il monitoraggio dei livelli di liquidità delle banche italiane dopo la recente impennata dello spread, non riscontrando al momento segnali di allarme.
Nel frattempo, Bankitalia ad agosto ha evidenziato una leggera risalita delle sofferenze nette in capo agli istituti tricolore.
Andamento contrastato per i titoli del listino principale, tra i quali si mettono in luce Bper (+2,2%), che tra meno di un mese dovrebbe presentare il nuovo piano industriale, e Intesa Sanpaolo (+0,5%), tra gli istituti più solidi nel sistema bancario italiano.
Nel Mid Cap tornano gli acquisti su Credem (+0,8%), mentre rallenta ancora Popolare Sondrio (-0,1%). In luce Creval (+2,1%), il cui presidente in pectore Luigi Lovaglio in un’intervista ha sottolineato che la banca è concentrata sul recupero di una redditività sostenibile e che una possibile aggregazione sarà vagliata entro il prossimo biennio. Male Mps (-2,2%), sotto i riflettori per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’allargamento dello spread.
Tra le Small Cap proseguono le vendite su Carige (-5,8%), i cui vertici ieri hanno incontrato i principali esponenti della Bce per discutere del nuovo piano di conservazione che la banca dovrà approvare entro il 30 novembre e con l’agenzia Fitch che nel frattempo ha ridotto il rating sulla banca ligure. Tonica Banca Finnat (+1%).