Bim – La perdita netta sale a 116 mln per maggiori rettifiche nei 9 mesi 2018

Banca Intermobiliare (Bim) ha archiviato i primi nove mesi 2018 con un margine di intermediazione pari a 38,6 milioni (-40,3% rispetto al periodo di confronto).

L’andamento ha risentito della riduzione delle commissioni nette a 26,8 milioni (-34,8% annuo), che rappresenta la componente di maggiore peso, a causa della diminuzione degli asset under management.

In calo anche il margine di interesse a 7,2 milioni (-21,4% rispetto ai primi nove mesi del 2017), come conseguenza della progressiva riduzione delle esposizioni creditizie verso la clientela e della minore redditività del portafoglio titoli, parzialmente mitigata dalla riduzione degli interessi passivi.

In riduzione anche i profitti da trading a 4,7 milioni (-67,8% rispetto al periodo di confronto), a causa del difficile contesto di mercato.

I costi operativi sono leggermente saliti a 61,7 milioni (+0,5% a/a), gravati da oneri straordinari (7,8 milioni) riconducibili ai progetti di migrazione, riorganizzazione e incentivi all’esodo riconosciuti a figure apicali, in assenza dei quali i costi ricorrenti avrebbero registrato una riduzione del 12,2% rispetto ai primi nove mesi del 2017. Nel dettaglio, i costi del personale sono aumentati del 6,6% annuo a 33,4 milioni, mentre le altre spese amministrative sono scese del 5,8% a 28,3 milioni rispetto al periodo di confronto.

Tali dinamiche hanno portato ad un risultato lordo di gestione negativo per 23,1 milioni (risultato positivo di 3,2 milioni nel periodo gennaio-settembre 2017).

Dopo minori rettifiche su crediti più che raddoppiata a 61 milioni per il deterioramento nel di alcune esposizioni e per la valutazione del portafoglio oggetto di cartolarizzazione e 18,5 milioni attribuibili alle risultanze del test di impairment effettuato sulle differenze positive di consolidamento sulla partecipazione di controllo Symphonia Sgr, il periodo si è chiuso con una perdita netta di 115,7 milioni (rosso di 31,7 milioni nei primi nove mesi del 2017).

Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 phased in al 30 settembre si fissa al 13,44% (9,85% al 31 dicembre 2017), grazie a interventi di rafforzamento patrimoniale eseguiti dall’azionista di controllo con il versamento di 30,9 milioni a titolo di plusvalore nell’ambito dell’operazione di backstop immobiliare e di 91 milioni come versamento in conto capitale.

La nota sottolinea che “a completamento dell’aumento di capitale (integralmente versato dall’azionista di maggioranza, ma computato ai fini di vigilanza prudenziale per la sola quota di sua competenza) e all’auspicato ottenimento della derecognition dei crediti cartolarizzati da parte dell’Autorità di Vigilanza, Il Cet1 fase in pro-forma è stimato al 19,96%”.

Gli asset under management della clientela a fine settembre ammontano a 5,9 miliardi (7,4 miliardi al 31 dicembre 2017).

Il comunicato ricorda “che con il perfezionamento nel corso del terzo trimestre delle operazioni straordinarie (in particolare: rafforzamento patrimoniale di complessivi 121 milioni, deconsolidamento del portafoglio creditizio deteriorato e cessione degli asset immobiliari), la banca – supportata dall’azionista di maggioranza – ha realizzato la prima fase del progetto di rilancio”.