Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso in flessione dello 0,2%, allineandosi all’indice Ftse Mib (-0,2%), ma chiudendo poco sotto l’indice europeo Euro Stoxx 600 Utilities (-0,1%).
Tra le Big, tutte in territorio negativo, Enel e Terna arginano le perdite entro il mezzo èunto percentuale.
Enel (-0,2%) La divisione del gruppo Enel dedicata a prodotti innovativi e soluzioni digitali, Enel X, ha raggiunto con il Comune di Genova l’obiettivo di 100 infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici previsto nel protocollo di intesa siglato a metà dello scorso anno.
Terna (-0,3%) ha lanciato on successo un’emissione obbligazionaria green in euro di 500 milioni destinata a investitori istituzionali. Il green bond ha durata 7 anni e scadenza il 10 aprile 2026, pagherà una cedola pari all’1,000%, sarà emesso a un prezzo pari a 99,886%, con uno spread di 78 punti base rispetto al midswap e uno spread indicativo più basso di circa 100 bps rispetto al Btp di pari durata. Il costo effettivo per Terna dell’emissione è pari a 1,02% rispetto a un costo medio complessivo del debito consolidato di Piano pari all’1,6%. Per il green bond sarà presentata richiesta per l’ammissione a quotazione alla Borsa del Lussemburgo.
L’assemblea degli azionisti di Italgas (-0,9%) ha approvato il bilancio separato di esercizio al 31 dicembre 2018, chiuso con un utile di 194 milioni, ed ha esaminato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2018, che evidenzia un utile netto di 313,7 milioni (+7,1% rispetto al 2017).
I soci inoltre hanno deliberato la Distribuzione di un dividendo di 0,234 euro per azione per complessivi 189.337.707,47 euro, in pagamento dal 22 maggio 2019, con data di stacco della cedola al 20 maggio 2019 e record date al 21 maggio 2019.
Nella stessa sede, è stato nominato il nuovo Cda, tra cui Alberto Dell’Acqua, Presidente in sostituzione di Lorenzo Bini Smaghi e Paolo Gallo, confermato Ad.
A margine dell’assemblea degli azionisti, Paolo Gallo in merito al dossier Ascopiave ha chiarito che la società sta valutando il dossier e probabilmente farà un’offerta non vincolante rivolta solo pacchetto distribuzione.
A margine dell’assemblea degli azionisti, Paolo Gallo ha anticipato alcuni obiettivi del nuovo piano industriale 2019-2025. Nel 2019 gli investimenti supereranno i 600 milioni, arrivando a quasi 650 milioni.
In coda A2A (-2,2%) che nel 2018 ha registrato un Ebitda salito del 2,7% a 1.231 milioni, beneficiando principalmente del business Reti e calore (+4,9% a 410 milioni), Generazione e trading (+3,9% a 370 milioni) e Ambiente (+2,7% a 268 milioni). L’utile netto ordinario del gruppo è pari a 438 milioni (+6,1% vs 413 milioni nel 2017).
Il Cda proporrà ai soci un dividendo ordinario pari a 0,07 euro per azione (corrispondente a un monte dividendi di circa 218 milioni), in crescita del 21% rispetto all’esercizio precedente (0,0578 euro per azione).
Il dividendo sarà pagato a decorrere dal 22 maggio 2019 (data stacco cedola 20 maggio 2019 – record date 21 maggio 2019).
Il Cda della multiutility lombarda ha approvato il business plan 2019-2023. A livello di aggregati economico-finanziari il gruppo, guidato da Luca Valerio Camerano, si attende a fine piano un Ebitda ordinario pari a 1.531 milioni (vs 1.192 milioni nel 2018) con un cagr del 5,1% e un utile netto di 62 milioni (vs 344 milioni nel 2018).
Tra le Mid, fa meglio Falck Renewables (+2,4%), cui segue Ascopiave (+1,4%).
Tra le Small, acquisti su Edison (+1,5%).
TerniEnergia e Alerion Clean Power hanno chiuso flat.
Infine, dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano curata dall’ENEA, l’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, emerge che dopo un decennio di crescita, per la prima volta nel 2018 in Italia si è assistito a un calo della produzione da eolico e fotovoltaico (-3%).
Lo studio segnala che nel 2018 i consumi di energia in Italia sono aumentati (+1% rispetto all’anno precedente) sostanzialmente sulla spinta dei trasporti, mentre la produzione idroelettrica ha registrato un balzo in avanti (+31%). Per contro sono scesi i consumi di gas (-3,3%) e le emissioni di anidride carbonica (-2%).
Un contesto in cui sembrerebbero a rischio gli obiettivi di decarbonizzazione che l’italia si è data, quali il target del 30% di rinnovabili al 2030 e la riduzione delle emissioni.