Utility – Aumento consumi energia mette a rischio target decarbonizzazione

Dopo un decennio di crescita, per la prima volta nel 2018 in Italia si è assistito a un calo della produzione da eolico e fotovoltaico (-3%).

E’ quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano curata dall’ENEA, l’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica.

Lo studio segnala che nel 2018 i consumi di energia in Italia sono aumentati (+1% rispetto all’anno precedente) sostanzialmente sulla spinta dei trasporti, mentre la produzione idroelettrica ha registrato un balzo in avanti (+31%). Per contro sono scesi i consumi di gas (-3,3%) e le emissioni di anidride carbonica (-2%).

La Penisola inoltre dipende ancora fortemente dalle fonti fossili, che pesano per il 75% del fabbisogno totale, mentre le fonti rinnovabili si attestano al 20% del mix energetico (+1% rispetto al 2017). Il restante 5% del mix energetico è stato coperto dalle importazioni di energia elettrica (+0,5% rispetto all’anno precedente).

In base allo studio “Med & Italian Energy Report” realizzato dal centro studi Srm (Centro studi del Mezzogiorno collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) in collaborazione  con il dipartimento energia del Politecnico di Torino, la filiera dell’energia elettrica italiana, dalla produzione alla manifattura produce 177 miliardi di fatturato e conta 23.500 imprese attive per circa 215.000 addetti.

Inoltre, il report segnala che le regioni del Sud Italia rappresentano la riserva energetica nazionale: la Basilicata da sola pesa per l’84% della produzione a terra di Oil & Gas, seguita dalla Sicilia (9,6%). Il Sud produce il 50% circa del totale dell’elettricità da fonti rinnovabili (eolica, solare, bioenergie e geotermica).

Come segnalato da Francesco Gracceva, coordinatore dell’analisi ENEA, “l’aumento delle rinnovabili elettriche (+12%) è un dato positivo solo in apparenza in quanto legato a un fattore congiunturale quale la ripresa dell’idroelettrico”.

Un contesto in cui sembrerebbero a rischio gli obiettivi di decarbonizzazione che l’italia si è data, quali il target del 30% di rinnovabili al 2030 e la riduzione delle emissioni.

Il problema evidenziato da Gracceva è che “sono ormai quattro anni che i consumi di energia si muovono sostanzialmente in parallelo con la crescita economica, mentre un elemento centrale della decarbonizzazione è rappresentato da un aumento dei consumi energetici molto più contenuto rispetto al PIL”.

A conferma di queste criticità è il nuovo peggioramento dell’indice ENEA ISPRED (-8% su base annua), che valuta l’andamento del sistema energetico nazionale sulla base di tre elementi-chiave: sicurezza energetica, prezzi ed emissioni di anidride carbonica.

Significativo l’aumento dei prezzi medi dell’energia nel 2018, anche per effetto delle dinamiche sui mercati internazionali. In particolare, i prezzi dell’elettricità per i clienti domestici hanno toccato i massimi dell’ultimo decennio, mentre per le utenze industriali piccole e medie i prezzi sono risultati tra i più elevati dell’Ue.

La grande industria, invece, ha beneficiato di sgravi per i consumatori energivori.

A partire dalla fine del 2018, tuttavia, si è verificato un progressivo drastico calo dei prezzi all’ingrosso, che ha iniziato a produrre effetti positivi sui consumatori nel 2019.