Il Ftse Italia Servizi Finanziari archivia l’ottava con uno scatto del 3,8% e “battendo” l’omologo indice europeo (+2,6%), beneficiando in parte dell’ottima verve del comparto bancario (+3,5%) e facendo meglio del Ftse Mib (+2,2%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, aspettando che si avvicini l’eventualità che Stati Uniti e Cina possano effettivamente raggiungere un’intesa sulla tematica commerciale, con i rappresentanti delle due superpotenze che si sono incontrati di nuovo nell’ottava appena conclusa. Il sentiment sembra abbastanza buono, come affermato dai presidenti delle due superpotenze.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, con il primo ministro britannico, Theresa May, in trattativa con il capo dell’opposizione, Jeremy Corbyn, per arrivare a un’intesa che possa avere il via libera dal parlamento inglese, che ha chiesto di prorogare l’uscita al 30 giugno, mentre il presidente del Consiglio UE, Donald Tusk, vuole proporre un rinvio “flessibile” di 12 mesi.
In riferimento all’Italia, gli ultimi rumor di stampa indicano che l’esecutivo nel nuovo Def che sarà discusso nel consiglio dei Ministri del prossimo 9 aprile potrebbe ridurre le proiezioni di crescita per l’anno in corso allo 0,1%-0,4% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che aumenterebbe al 2,3-2,4% dal 2,04 per cento.
Il Def conterrà “obiettivi di bilancio chiari e l’inquadramento economico. Ci saranno i numeri”. Lo ha dichiarato l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.
“L’Italia deve continuare a ridurre il deficit e mettere il debito pubblico su una traiettoria di calo. Dobbiamo vedere le nostre previsioni di primavera perché il Pil sta rallentando. Dobbiamo vedere i programmi di stabilità dell’Italia per fine mese e quali sono le previsioni per il 2019 e per i prossimi anni, ha sottolineato il vice presidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis.
La settimana sugli scudi del settore creditizio ha impattato in parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali premono sull’acceleratore Banca Generali (+5,8%), che a marzo ha registrato un buon dato sulla raccolta netta, e Azimut (+4,5%), quest’ultima sostenuta anche dalle parole del presidente Pietro Giuliani, che in un’intervista ha ribadito che il gruppo vuole restare indipendente e con l’azionista Timone Fiduciaria che ha presentato la lista per il cda.
Bene Fineco (+1,8%), la cui raccolta netta di marzo è stata solida, così come quella di Banca Mediolanum (+3,2%). In luce Anima (+4,1%), sostenuta anche dalle parole dell’Ad Marco Carreri sulle strategie di crescita.
In spolvero Exor (+4,2%), mossasi in scia all’andamento contrastato delle principali controllate quotate e con la holding che avrà l’Investor Day il prossimo 21 novembre.
Nel Mid Cap rimbalzano Banca Ifis (+6,7%) con la Banca d’Italia che ha avviato un’ispezione ordinaria dopo le recenti operazioni straordinarie e con l’ormai ex Ad Giovanni Bossi che nei prossimi mesi deciderà se restare azionista, e doBank (+6,1%), su cui secondo la stampa sono attese a breve novità sulla trasformazione societaria. Ok Cerved (+1,1%), che ha perfezionato l’acquisto di Eurobank Property Solutions.
Sullo Small Cap recupera Banca Intermobiliare (+1%), con la banca che potrebbe crescere anche per linee esterne e con il 2018 che chiuso con una perdita netta maggiore rispetto ai dati preliminari. Brillano illimity (+3,4%), che ha lanciato la propria piattaforma di servicing, e DeA Capital (+3,8%), al lavoro sul secondo fondo dedicato all’agroalimentare come riportato dalla stampa.