Carige – I prossimi passi dopo il via libera dell’assemblea al salvataggio

Arrivato il via libera dell’assemblea al piano di rafforzamento patrimoniale di Carige, ora gli attori coinvolti nella partita possono concentrarsi sui prossimi passi.

L’aumento di capitale da 700 milioni, che insieme all’emissione di un bond subordinato da 200 milioni Tier2 è alla base di tutto, vede coinvolto per la gran parte il Fitd e lo Schema Volontario dello stesso Fitd (che convertirà il bond da 313,2 milioni sottoscritto a fine novembre 2018).

Questi due soggetti dovranno avere l’ok formale della Bce per salire oltre il 10% del capitale di Carige. L’intenzione, secondo la stampa, è di presentare l’istanza già nei prossimi giorni e non dovrebbero sorgere particolari difficoltà nel ricevere il via libera dell’Eurotower (che ha 90 giorni per rispondere) in tempi stretti.

L’obiettivo, come confermato dai commissari, è di portare a termine l’aumento entro fine anno.

Con l’operazione, l’assetto azionario di Carige è destinato a mutare radicalmente. Il Fitd e lo Schema Volontario (Svi) avrebbero l’80,7%, Cassa Centrale Banca (che investirà 63 milioni) l’8,1% (per poi assumere entro due anni il controllo rilevando le quote del Fitd e dello Svi).

Per quanto riguarda gli attuali soci, la loro quota à destinata ad assottigliarsi significativamente. In primis la famiglia Malacalza, che scenderebbe dal 27,55 al 2% senza aderire all’aumento o al 5,7% se aderisse pro-quota sborsando 23 milioni per la parte riservata agli attuali soci (85 milioni). Se anche gli altri azionisti aderissero, il Fitd avrebbe il 69,8% e il mercato il 16,4 per cento.

In merito alla governance, con il nuovo cda che probabilmente sarà nominato dall’assemblea prevista per inizio 2020, l’intenzione sarebbe di avere 7 membri.