Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un rialzo dell’1% e “battendo” l’omologo europeo (+0,3%), beneficiando degli acquisti sul comparto bancario (+2,1%) e uniformandosi al Ftse Mib (+1%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, su cui restano le incertezze sulle tempistiche per il raggiungimento di un possibile accordo, mentre potrebbero essere rinviate le tariffe previste entrare in vigore il prossimo 15 dicembre.
Nel frattempo, la BCE, nella prima riunione presieduta da Christine Lagarde, ha confermato una politica monetaria accomodante.
Sul fronte italiano, si resta in attesa dell’approvazione definitiva della manovra 2020 da parte del Parlamento entro fine anno.
La seduta positiva del settore creditizio ha impattato in buona parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali sul Ftse Mib gli acquisti premiano Azimut (+0,2%), il cui presidente Pietro Giuliani in un’intervista ha parlato della possibilità di un’acquisizione negli Usa, e Fineco (+0,6%), che prosegue il percorso di crescita organica.
Sul listino principale ancora in spolvero Nexi (+2,5%), su cui sono tornati le indiscrezioni su una possibile fusione con Sia.
Tra le Mid Cap scatta Banca Ifis (+4,4%), che presenterà il nuovo piano industriale il 14 gennaio 2020. Frenano Cerved (-1,2%), al lavoro per valorizzare il credit management e su altre possibile opzioni strategiche, e doValue (-0,4%), secondo rumor interessata alla piattaforma di gestione di Eurobank.
Tra le Small Cap risale Banca Intermobiliare (+1,7%), con il cda che ha ricevuto dai soci la delega ad aumentare il capitale fino a un massimo di 100 milioni, il quale ha ricevuto anche il via libera di Bankitalia. Nel frattempo è stato raggiunto un accordo con i sindacati.
In luce Banca Sistema (+3%), che sarà accompagnata dalle fondazioni nello sviluppo del credito su pegno.