Banche – 23 istituti Usa promossi agli stress test della FED, più flessibilità per cedole e buy-back

La Federal Reserve ha promosso tutte le 23 banche sotto esame nei suoi stress test bancari annuali.

Gli istituti bancari americani “continuano ad avere forti livelli di capitale e potrebbero continuare a concedere prestiti a famiglie e imprese durante una grave recessione”, sottolinea la Fed.

“Nell’ultimo anno la Fed ha eseguito tre stress test con diverse ipotetiche recessioni e tutte hanno confermato che il sistema bancario è fortemente posizionato per supportare la ripresa in corso”, ha affermato il vicepresidente per la supervisione bancaria Randal K. Quarles.

Alla luce di questi risultati, il cosiddetto SCB (Stress capital buffer) framework assicura alle banche maggiore flessibilità sulle modalità con le quali possono distribuire dividendi e procedere con i buy-back.

Lo SCB è una misura del capitale minimo che ogni banca deve mantenere in base alla rischiosità delle proprie operazioni.

Quindi, dopo il 30 giugno, le grandi banche potranno tornare a corrispondere le cedole e riacquistare azioni.

Gli stress test condotti dalla Fed esaminano la capacità di resistenza delle grandi banche stimando le loro perdite, entrate e livelli di capitale (i quali forniscono un cuscinetto contro le perdite), ipotizzando scenari su nove trimestri futuri.

La simulazione di quest’anno prevedeva una grave recessione globale con un notevole stress nei mercati degli immobili commerciali e del debito societario. Il tasso di disoccupazione sarebbe aumentato di 4 punti percentuali fino a un picco del 10-3/4%. Il PIL sarebbe sceso del 4% dal quarto trimestre del 2020 al terzo trimestre del 2022. Infine, si ipotizzava un calo drastico dei prezzi delle attività, con una diminuzione del 55% dei prezzi delle azioni.

In un ipotetico scenario di questo tipo, le 23 banche incluse nella simulazione avrebbero subito collettivamente perdite per più di 470 miliardi di dollari, con quasi 160 miliardi di perdite da immobili commerciali e prestiti aziendali.

Tuttavia, i loro coefficienti patrimoniali sarebbero scesi al 10,6%, mantenendosi comunque su livelli più che doppi rispetto ai requisiti minimi.