Nel 2021 il Ftse Italia Automobili e Componentistica ha guadagnato complessivamente il 31,1% y/y, rispetto al +25% y/y del corrispondente indice europeo e al +23% y/y del Ftse Mib.
Anno complesso in cui l’equity ha vissuto le incertezze legate alla diffusione delle varianti del Covid-19, da ultimo la Omicron, e al ritiro degli stimoli monetari da parte di molte banche centrali per fronteggiare le pressioni inflazionistiche. L’Ocse ha rivisto la sua stima sulla crescita del Pil globale al 5,6% per il 2021 (dal 5,7% precedente) e al 4,5% nel 2022, prima di tornare al 3,2% nel 2023, in linea con tassi di crescita visti prima della pandemia. Per quanto riguarda l’Italia, il Pil dovrebbe registrare un rimbalzo del 6,3% nel 2021, per poi rallentare a +4,6% nel 2022 e a +2,6% nel 2023.
Il 2021 è stato un anno sicuramente difficile per la filiera dell’automotive, alle prese non soltanto con l’obiettivo di superare la pandemia. L’appello lanciato dalla filiera è un messaggio d’allarme, di una vera ripresa ancora non c’è traccia. Il problema principale sta nella crisi della componentistica che sta attraversando il settore. Per le case automobilistiche trovare i pezzi per produrre veicoli sta diventando complicato, a latitare sono soprattutto i microchip. I semiconduttori vivono un periodo difficile, i tempi di consegna si allungano, i costi salgono e le vendite crollano.
“Sul mercato dell’auto, stremato dalla pandemia, sta arrivando un’altra stangata: la crisi dei semiconduttori che sta interessando in maniera sempre più grave anche la produzione di aut”». Questo è l’allarme lanciato dal centro studi Promotor, una struttura di ricerca specializzata nelle analisi sul settore. Le vendite salgono rispetto all’anno scorso, ma il confronto con il mondo senza Covid rimane impietoso. Se è vero che nel periodo gennaio-agosto di quest’anno le vendite sono aumentate del 12,7% rispetto al 2020, il vero raffronto da considerare è quello con il 2019. E qui il segno meno compare davanti a molti dati, primo fra tutti proprio quello sulle vendite: -23% rispetto al 2019 nel periodo gennaio-giugno, -24,4% se si considerano anche i mesi di luglio e agosto. Quasi un auto su quattro in meno, e il trend è addirittura negativo.
Il futuro prossimo non promette nulla di buono. Il problema infatti sta a monte, nella crisi dei semiconduttori che sta colpendo tutto il continente, il tutto in un periodo in cui l’auspicata transizione verso l’elettrico fatica a ingranare. “È necessario che il nostro Paese adotti al più presto una politica di incentivi per la transizione all’auto elettrica, che superi gli interventi episodici e disponga sostegni permanenti sia per l’acquisto di auto verdi sia per quelli di auto tradizionali con emissioni contenute” è il commento di Gian Primo Quagliano, presidente del centro studi Promotor. “L’occasione è la prossima legge di Bilancio, e anche il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza dell’Unione Europea che porterà in Italia ingenti risorse”, conclude Quagliano.
Tra le big del settore spicca Cnh, che nel 2021 ha realizzato una performance del +65,3%, aggiornando più volte il massimo storico del titolo. Cnh è stata al centro di numerose operazioni nel corso dell’anno. Probabilmente la più importante è quella che riguarda lo spin off di Iveco Group, che verrà ammessa alla quotazione sull’Euronext Milan dal lunedì 3 gennaio.
La scissione ambisce a massimizzare la focalizzazione e la flessibilità del management, allineare le priorità di investimento e gli incentivi, soddisfare meglio le rispettive esigenze aziendali e ottimizzare la struttura dei costi e del capitale di ciascuna Società, favorendo una crescita redditizia. Per quanto riguarda le ambizioni finanziarie al 2026 di Iveco, i ricavi netti totali delle attività industriali sono previsti tra 16,5 e 17,5 miliardi di euro, rispetto agli 11,8 miliardi del 2019, con un tasso di crescita annuale composto fino al 5%.
La stessa Iveco ha siglato due importanti partnership: una con Plus inerente un progetto pilota per la guida autonoma di veicoli in Europa e in Cina; l’altra con Air Liquide, leader mondiale nei gas, nelle tecnologie e nei servizi per l’industria e la sanità, per sviluppare la mobilità a idrogeno in Europa.
Cnh ha chiuso il terzo trimestre 2021 con ricavi delle attività industriali in crescita del 23,4% a 7,54 miliardi di dollari, superiori ai 7,054 miliardi previsti dal consensus. I ricavi consolidati si sono attestati a 7,92 miliardi.
Sempre nel corso del 2021 Cnh ha completato l‘acquisizione di Raven Industries, ha siglato un accordo di licenza esclusivo e pluriennale per tecnologie di elettrificazione con Monarch Tractor, ha finalizzato l’ accordo per acquisire il 90% del capitale sociale della Sampierana.
Inoltre nel corso dell’anno Cnh è stata al centro di numerosi rumors riguardo le discussioni con FAW Jiefang relative all’acquisto del business on-highway della Società. Tali discussioni si sono successivamente chiuse con un nulla di fatto, dopo che Cnh aveva precisato che “crede che sussistano significative opportunità per sviluppare il proprio business on-highway come fattore di accelerazione nell’attuazione di soluzioni e infrastrutture per trasporti sempre più sostenibili in linea con le ambizioni del green deal dell’UE”.
Il titolo Stellantis ha registrato il +41,1% nel corso del 2021. Il Gruppo ha chiuso il terzo trimestre del 2021 con ricavi netti per 32,6 miliardi, in calo del 14% rispetto al terzo trimestre 2020 pro-forma (quando ancora non c’era stata la fusione tra Fca e Psa) con un miglior mix di modelli e prezzi netti positivi più che compensati dai minori volumi.
Il gruppo, secondo i dati della relazione trimestrale, è risultato essere leader del mercato dei veicoli commerciali in Europa con una quota del 32%. Negli Stati Uniti la quota del mercato è cresciuta di 50 punti base rispetto al secondo trimestre 2021, raggiungendo l’11,5%. Mantenuta la leadership di mercato in Sud America, Brasile e Argentina con quote di mercato rispettivamente del 24,4%, 35,6% e 31%.
Nel terzo trimestre 2021 le consegne consolidate di nuove vetture per Stellantis sono state pari a un milione e 131 mila unità, in calo del 27% rispetto al terzo trimestre 2020 pro-forma, principalmente per la perdita di circa 600 mila unità, pari a circa il 30% della produzione pianificata del terzo trimestre 2021, dovuta a ordini inevasi di semiconduttori.
Gli stock di auto Stellantis nella disponibilità del gruppo e dei concessionari indipendenti al 30 settembre 2021 erano scesi ai minimi storici, soprattutto a causa della carenza dei semiconduttori che sta impattando negativamente la produzione.
Nel mentre il Gruppo continua a guardare al futuro e in particolare all’elettrico, stringendo partnership e accordi che vanno dalla produzione e commercializzazione di semiconduttori alla produzione di batterie al litio. Inoltre Stellantis ha definito la sua strategia software per l’uso di piattaforme tecnologiche di nuova generazione che, grazie alle funzionalità già esistenti dei veicoli, trasformeranno il modo in cui i clienti andranno ad interagire con quest’ultimi. Attraverso questa strategia Stellantis punta a raggiungere circa 20 miliardi di euro di ricavi incrementali entro il 2030.
Pirelli nel 2021 ha registrato il +37,8%. Nel terzo trimestre 2021, i ricavi sono cresciuti del 10,7% su base annua a 1,4 miliardi (+28,6% a 3,98 miliardi nei 9M21), grazie al deciso miglioramento del price/mix che ha segnato un +10,9% (+6,3% nei 9M21) sostenuto dagli aumenti prezzo e dal miglioramento del mixi di prodotto e canale.
Il titolo Ferrari (+20,6% y/y) ha continuato ad aggiornare il suo massimo storico nel corso dell’anno, in scia anche ai buoni risultati del terzo trimestre 2021 che hanno registrato consegne pari a 2.750 unità, in crescita del 18,9% rispetto al terzo trimestre 2020 e dell’11,2% rispetto al terzo trimestre 2019.
Secondo uno studio di Morgan Stanley, il valore in borsa delle azioni di Ferrari potrebbe avere una crescita pari a oltre il 30%. Tra i fattori determinanti, spiegano nello studio gli analisti di Morgan Stanley, i massimi storici registrati dai ricavi, il flusso di cassa e i nuovi ordini nel terzo trimestre, ma soprattutto il futuro legato alla strategia elettrica per la società di Maranello. Il nuovo CEO Benedetto Vigna ha infatti spiegato che la strategia completa sarà svelata il 16 giugno 2022. Il primo modello completamente elettrico, tuttavia, è già stato annunciato per il 2025 dal presidente della Ferrari John Elkann, nel corso dell’ultima assemblea degli azionisti.
Tra le mid cap il titolo Brembo nel 2021 ha registrato il +16%. Brembo ha chiuso il terzo trimestre 2021 con ricavi pari a 681 milioni, superiori ai 636 milioni stimati dal consensus e in crescita dell’11,9% (+10,8% a cambi costanti) rispetto al terzo trimestre 2020 e del 5,2% rispetto al terzo trimestre 2019. Il Gruppo inoltre punta ad essere carbon neutral entro il 2040.
Brembo ha inoltre presentato SENSIFY™, un nuovo pionieristico sistema frenante intelligente che integra il più avanzato software basato sull’intelligenza artificiale con i componenti frenanti dell’azienda. Infine la Società ha annunciato l’acquisizione di J.Juan, azienda spagnola attiva nello sviluppo e nella produzione di sistemi frenanti per motociclette, per 73 milioni di euro.
Per quanto riguarda le piccole capitalizzazioni, da segnalare le performance di Landi Renzo (+1,3% y/y) e Immsi (+5% y/y).