Mercati Usa – Apertura negativa, S&P 500 cede lo 0,5%

Partenza negativa a Wall Street, in un contesto appesantito dall’aggravarsi dei disordini civili in Cina per la sua rigida politica zero-Covid. Dopo pochi minuti di scambi, S&P 500 e Nasdaq cedono lo 0,5% e il Dow Jones lo 0,3%.

Nel fine settimana ci sono state rivolte e proteste contro i lockdown in alcune grandi città della Cina, comprese Pechino e Shanghai, in un contesto di crescente malcontento pubblico per le severe misure anti-Covid del governo.

I tumulti in Cina sembrano complicare le aspettative sul percorso di riaperture del paese che, insieme alle aspettative di una Federal Reserve meno aggressiva sui tassi di interesse, avevano contribuito a sostenere il sentiment dei mercati nelle ultime sedute.

Sul fronte macro, il focus degli operatori questa settimana sarà rivolto soprattutto sui non farm payroll Usa di novembre che saranno pubblicati venerdì, in cerca di ulteriori indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria.

Dall’ultima riunione del Fomc di novembre, gli investitori hanno fatto i conti con una serie di dati che hanno mostrato segnali di raffreddamento dell’inflazione, alimentando le ipotesi che l’istituto di Washington rallenterà il ritmo delle strette monetarie.

Ulteriori dettagli in tal senso potrebbero arrivare dagli interventi di diversi membri della Fed in programma nei prossimi giorni, tra cui il chairman Jerome Powell, mentre oggi parleranno il presidente della Fed di New York, John Williams, e quello della Fed di St. Louis, James Bullard.

Intanto sul Forex il biglietto verde si indebolisce nei confronti delle altre valute, invertendo la rotta rispetto ai guadagni della prima parte di seduta. Il cambio euro/dollaro risale a 1,044 e il dollaro/yen arretra a 138,6.

Tra le materie prime in calo le quotazioni del greggio con il Brent (-2,4%) a 81,6 dollari e il Wti (-2,3%) a 74,5 dollari, scivolate sui minimi da circa un anno in un contesto in cui i tumulti in Cina penalizzano gli asset rischiosi e minacciano ulteriormente l’outlook della domanda di energia, aggiungendo pressioni al già fragile mercato petrolifero.

Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano è sostanzialmente stabile al 3,68% e quello del biennale risale di circa un punto base al 4,47%.