Mercati Usa – Finale piatto (con petrolio in calo) nell’ottava festiva

Mercato azionario aperto per poche ore nell’ultima seduta di una settimana semi festiva.

Wall Street si interroga sulla possibilità che il rimbalzo da inizio ottobre si possa ulteriormente estendere fino ed oltre Natale o se invece si tratti solo di un altro “bear market rally” che preclude altri futuri ed ulteriori ritracciamenti dei listini.

Nella settimana entrante l’attenzione si focalizzerà sul dato del mercato del lavoro del mese di novembre, in uscita venerdì. Da qui a Natale verrà pubblicata anche l’inflazione nello scorso mese e la Federal Reserve alzerà ancora i tassi di interesse, presumibilmente di mezzo punto percentuale rallentando il ritmo di crescita.

Tutti e quattro gli indici americani si rafforzano di conseguenza terminando non lontani dai massimi intraday.

Con volumi molto scarsi, il Dow Jones sale dello 0,4% ed il Russell 2000 termina in guadagno dello 0,3%. Lo S&P500 finisce, invece, invariato, mentre il Nasdaq cede lo 0,5%.

Apple (-2%) risulta la peggiore tra i titoli a larga capitalizzazione in scia alle notizie di tumulti nella città che ospita il suo stabilimento cinese contro le misure draconiane anti-Covid.

VIX in rialzo di mezzo punto percentuale a 20,5 punti.

Mercato obbligazionario con rendimenti invariati. Il Tbond consolida i guadagni di inizio settimana e rimane stabile al 3,69%.

Tra le materie prime si registrano ancora forti oscillazioni del petrolio che conferma la volatilità dell’intera settimana. L’oro nero cede quasi il due per cento chiudendo a $76,5 al barile.

Entrambi positivi invece, sebbene di mezzo punto percentuale, i due principali metalli preziosi: oro ed argento.

Sul mercato valutario, il dollaro non riesce a rimbalzare e termina invariato a 1,04 nei confronti della moneta unica e si avvia a chiudere il peggior mese dal 2009.