Mercati asiatici – Cina cauta dopo dati macro peggiori del previsto

Seduta di vendite per i principali listini asiatici dopo la chiusura negativa di Wall Street, in un clima appesantito dai persistenti timori per il rischio recessione in scia alle strette monetarie delle banche centrali.

Shanghai viaggia a -0,4% e Shenzhen guadagna lo 0,1% mentre Hong Kong cede lo 0,8%. In flessione anche il Giappone con Nikkei a -0,7% e Topix -0,1%.

I mercati valutano la prospettiva di un rallentamento nel ritmo dei rialzi dei tassi di interesse Usa contro gli ultimi dati macroeconomici, che hanno evidenziato come potrebbe essere necessaria una politica monetaria restrittiva per un periodo di tempo più prolungato.

Gli operatori hanno quindi rivisto al rialzo le previsioni su quale sarà il livello massimo del costo del denaro al termine del ciclo di strette della Fed, attendendosi ora un picco oltre la soglia del 5% a metà del 2023, rispetto al range attuale tra il 3,75% e il 4%.

Intanto, Fitch ha tagliato nuovamente le sue stime di crescita del pil globale per il 2023, anno per il quale si attende ora una crescita al ritmo dell’1,4% rispetto all’1,7% indicato nel rapporto di settembre.

Sul fronte cinese, gli investitori hanno soppesato i segnali di allentamento della politica zero covid, da un lato, e i deludenti dati macro, dall’altro.

I dati doganali, infatti, hanno mostrato che le esportazioni a novembre sono diminuite del 8,7% rispetto all’anno precedente, peggiorando rispetto al -0,3% di ottobre e al -3,9% previsto dagli analisti. Le importazioni sono diminuite del 10,6%, in calo rispetto al -0,7% del mese precedente e al -7,1% del consensus.

Si prevedeva che il commercio cinese si sarebbe indebolito con il raffreddamento della domanda globale a seguito degli aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e delle banche centrali in Europa e in Asia per frenare l’aumento dell’inflazione.

Nel frattempo, sul forex, il cambio euro/dollaro ridiscende in area 1,046 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen risale a quota 137,4. Tra le materie prime, il petrolio si muove in rialzo con il Brent (+0,3%) a 79,5 dollari e il Wti (+0,1%) a 74,4 dollari.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha ceduto il 2%, lo S&P 500 l’1,4% e il Dow Jones l’1%.