Le borse europee proseguono perlopiù in rialzo nel pomeriggio con l’andamento misto di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,3% a 30.017 punti, positivo come il Dax di Francoforte (+0,6%), il Cac 40 di Parigi (+0,6%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,6%) mentre arretra ancora il Ftse 100 di Londra (-0,6%). Oltreoceano, il Nasdaq sale 0,4%, lo S&P500 cede lo 0,1% e il Dow Jones lo 0,4%.
In Europa, Isabel Schnabel, uno dei funzionari più “hawkish” della Bce, ha affermato che l’inflazione sta mostrando un “notevole” rallentamento, un’inversione di rotta che spinge i mercati a incrementare le scommesse su un taglio dei tassi di interesse già a marzo.
Gli investitori restano intenti a valutare i nuovi segnali provenienti dall’agenda macroeconomica nell’incertezza che le aspettative di queste settimane su un importante allentamento della politica monetaria il prossimo anno siano troppo ottimistiche.
Nuove indicazioni sulla traiettoria prevedibile dei tassi potrebbero giungere questa settimana dalla fitta agenda macroeconomica, con focus particolare sul mercato del lavoro Usa. In attesa del Job Report di venerdì, sono attesi domani la rilevazione di novembre sulla variazione dell’occupazione ADP, mentre giovedì sarà la volta del dato settimanale sulle richieste di sussidi di disoccupazione.
Nel frattempo, a novembre il dato finale dell’indice Pmi Servizi degli Stati Uniti si è attestato a 50,8 punti, invariato rispetto al dato preliminare e alle attese, entrambi a 50,8 punti. A ottobre il dato finale era pari a 50,6 punti. L’indice finale Pmi Composito si è attestato a 50,7 punti, in linea con il preliminare ed il consensus. Il dato finale di ottobre era anch’esso pari a 50,7 punti.
A livello continentale, a ottobre, i prezzi alla produzione dell’Eurozona sono aumentati su base mensile dello 0,2%, in rallentamento, in linea con le attese, dal +0,5% di settembre. Su base annua, l’indice è sceso del 9,4%, a fronte del -12,4% del mese precedente e del -9,5% del consensus.
Inoltre sono stati diffusi una serie di dati PMI. Tra questi, a novembre la lettura finale dell’indice HCOB PMI servizi dell’Eurozona si è attestata a 48,7 punti, sopra i 48,2 punti della rilevazione preliminare e delle attese. Il PMI composito si è fissato a 47,6 punti, rispetto ai 47,1 punti del preliminare e del consensus.
Nello stesso mese, in Italia, il Pmi Servizi è salito a 49,5 punti da 47,7 punti di ottobre, superando le stime degli analisti ferme a 48,3 punti. Il Composito si è attestato a 48,1 punti, anche in questo caso risultando superiore al dato del mese precedente (47 punti) e al consensus (47,2 punti).
Sul fronte asiatico, Moody’s ha tagliato l’outlook sui titoli sovrani cinesi a “negative”, sottolineando le crescenti preoccupazioni globali sul livello del debito della seconda maggior economia del mondo.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,082 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 146,9. Tra le materie prime, il petrolio prosegue in rialzo con il Brent (+1,2%) a 79 dollari e il Wti (+1,3%) a 74 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 175 punti (-2bp), con il rendimento del decennale italiano al 4,01%.
Tornando a Piazza Affari, Pirelli resta in vetta a +4,1% dopo l’upgrade da parte di UBS a “buy” da hold”, con target price aumentato a 5,7 euro (da 5 euro). Seguono Iveco (+2,5%) e Ferrari (+2,2%). In coda invece Leonardo (-1,5%), Amplifon (-1,1%), Nexi e Tenaris (-1%).