Il fatturato del gruppo dei primi nove mesi del 2023 ha evidenziato una flessione anno su anno riconducibile ai volumi eccezionalmente elevati del 2022. Alberto Franchi, presidente e amministratore delegato della società, commenta: “Importante sottolineare come in uno scenario di lieve diminuzione dei ricavi, rispetto ai risultati del semestre dell’anno precedente, la redditività dell’azienda si confermi su livelli interessanti, nel range 35-40% che avevamo annunciato quale nostro obiettivo di medio lungo periodo. Per i prossimi mesi siamo confidenti di poter recuperare parte dei risultati, visto il buon esito delle fiere espositive a cui abbiamo partecipato in Cina, tra cui la fiera di Xiamen, e il Marmomac di Verona.”
Il modello di business
Franchi Umberto Marmi è una realtà aziendale attiva dal 1971 nella lavorazione e commercializzazione di blocchi e lastre di marmo di Carrara, pietra naturale autentica espressione del “Made in Italy” e del lusso, con peculiarità e caratteristiche uniche nel panorama nazionale ed internazionale.
Il Gruppo può contare su un modello di business integrato che copre tutte le fasi del processo produttivo e distributivo, coniugando l’esigenza di controllare l’intera filiera per assicurare la qualità del prodotto, con quella di rendere efficienti le fasi di produzione e distribuzione al fine di soddisfare la clientela.
Franchi Umberto Marmi beneficia di costanti fonti di approvvigionamento potendo contare su rapporti di fornitura consolidati nel tempo con società attive nel settore dell’estrazione e potendo così accedere alla materia prima estratta da cave ubicate nel distretto apuo-versiliese. Dalle cave presso cui la società si rifornisce, tra le più vaste e produttive del distretto lapideo Apuano, vengono estratti diversi tipi di materiali considerati fra i più pregiati del comprensorio.
FUM si distingue per la cura e la particolare attenzione prestata nella selezione dei materiali operando un controllo costante sulla qualità del prodotto, attraverso un monitoraggio rigoroso di tutte le fasi del processo produttivo, dall’approvvigionamento delle materie prime fino alla commercializzazione di blocchi e lastre.
Negli ultimi anni Franchi Umberto Marmi ha perseguito una strategia di diversificazione geografica incrementando il presidio commerciale sui mercati internazionali. In particolare, la società commercializza i propri prodotti in diversi Paesi, tra i quali Cina, Arabia Saudita, Stati Uniti, Indonesia, Turchia, Qatar e Australia.
I clienti della società sono rappresentati prevalentemente da rivenditori (dealer) di rilevanti dimensioni attivi sui principali mercati nazionali e internazionali, tra cui Daltile (Stati Uniti), Antolini (Italia), Marmoles Arca (Messico), Gruppo Ciot (Canada).
Ultimi avvenimenti
Nei primi 9 mesi del 2023 i dati gestionali del gruppo evidenziano ricavi totali pari a 52,3 milioni, in calo del 17% rispetto ai 9M22, una flessione concentrata principalmente nelle vendite in Cina, Stati Uniti, e Medio Oriente che avevano registrato una crescita superiore rispetto allo storico nei primi nove mesi del 2022.
Nel dettaglio, le vendite realizzate in Italia hanno raggiunto 23,0 milioni (44% del totale), in flessione dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2022, una flessione legata ai ricavi straordinariamente alti del 2022 in considerazione di alcuni progetti di rilevanza significativa.
Le vendite in Medio Oriente si sono attestate a 7,2 milioni, rispetto ai 10,5 milioni dei primi nove mesi del 2022, una flessione che risente dei volumi eccezionali legati a un progetto straordinario nei 9M22.
I ricavi in Cina sono stati pari a 9,4 milioni, in calo del 33% rispetto al 30 settembre 2022, mentre gli Stati Uniti hanno registrato vendite pari a 3,9 milioni, in flessione del 35% rispetto ai 9M22.
In controtendenza rispetto alla contrazione generale, si sono registrati significativi incrementi su mercati emergenti quali la Corea del Sud (1,3 mln), la Turchia (3,0 mln), il Messico (0,7 mln), l’India e il Vietnam (vendite complessive per 1,3 mln).
Conto Economico
Franchi Umberto Marmi ha chiuso il primo semestre 2023 con ricavi pari a 37,8 milioni, in calo del 9,4% rispetto ai primi sei mesi del 2022.
La flessione è riconducibile principalmente al rallentamento delle vendite in Italia, scese del 10,7% a 17,3 milioni, e in Medio Oriente, passate da 6,8 a 4,2 milioni, cali che risentono dei volumi particolarmente elevati del 1H22 legati ad alcuni progetti di notevole importanza.
L’Ebitda si è attestato a 13,2 milioni, in flessione del 20% rispetto al primo semestre 2022, con un margine sui ricavi del 35,0% (39,5% nel 1H22).
Escludendo gli effetti di costi e ricavi una tantum, l’Ebitda Adjusted è pari a 13,7 milioni, in calo del 18,5% rispetto al primo semestre 2022, con un’incidenza sui ricavi del 36,3% (40,3% nel 1H22).
L’EBIT è pari a 10 milioni, rispetto ai 13,5 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente (-26%).
Il risultato di periodo è un utile di 8,1 milioni, a fronte dei 9,3 milioni del primo semestre 2022.
Stato patrimoniale
Il patrimonio netto al 30 giugno 2023 è pari a 112,3 milioni, rispetto a 113,8 milioni a fine anno 2022.
Al 30 giugno 2023 l’indebitamento finanziario netto è pari a 23,6 milioni, rispetto ai 13,5 milioni al 31 dicembre 2022.
L’aumento dell’indebitamento netto riflette il pagamento dei dividendi pari a 9,482 milioni liquidati nel corso del mese di giugno 2023, il pagamento di saldi e acconti IRES e IRAP per 4,075 milioni e il rimborso dei finanziamenti per 2,282 milioni.
Ratios
L’assetto finanziario patrimoniale appare equilibrato con un rapporto PFN/Ebitda a 0,99x e un rapporto PFN/Patrimonio netto a 0,21x al 30 giugno 2023 (considerando la PFN al 1H23 e il valore dell’Ebitda come 2023E). Per l’anno precedente, il rapporto dell’indebitamento finanziario netto si è attestato a 0,43x sull’Ebitda e 0,12x sul patrimonio netto.
Il ritorno per gli azionisti (ROE) registra un 12,5% (calcolato come Utile 2023E rispetto al patrimonio netto al 1H23), rispetto al 14,9% del 2022.
Guidance
Si prevede che per il primo semestre 2024 Franchi Umberto Marmi tornerà a livelli normali delle vendite e a una stabilizzazione che accompagnerà i prossimi mesi rispetto alla situazione straordinaria registrata nel 2022.
La società si attende una ripartenza del mercato nella seconda metà dell’anno prossimo e sta lavorando per recuperare parte dei risultati grazie anche a nuovi grandi progetti internazionali.
Le stime degli analisti
Intermonte, nello studio del 18 ottobre, ha aggiornato le precedenti stime sui ricavi, prevedendo per il Full Year 2023 un valore di 66 milioni, in decrescita del 13,2% rispetto al 2022, per poi salire a 69 milioni nel 2024 (+4,6% sul 2023E) e a 74 milioni nel 2025 (+7,3% sul 2024E).
Per quanto riguarda la redditività, gli analisti hanno aggiornato le stime sull’Ebitda. L’Ebitda nel FY2023 è atteso a 24 milioni, rispetto a 31,0 milioni del 2022, con il relativo margine in diminuzione al 36,4%. L’Ebitda negli anni successivi secondo le aspettative si attesta a 26,0 milioni nel 2024 e a 28 milioni nel 2025, con la marginalità in aumento al 37,7% nel 2024 e al 37,8% nel 2025.
L’utile netto è atteso a 14 milioni nel 2023 e nel 2024, mentre nel 2025 dovrebbe aumentare a 16 milioni.
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