Mercati – Instabilità politica pesa su Milano (-2,1%) e Madrid, spread a 211 bp

Borse europee in peggioramento rispetto alla mattinata, mentre Wall Street ha aperto poco mossa. Le incertezze politiche pesano su Spagna e Italia, con il Ftse Mib che intorno alle 16:00 cede il 2,1%, zavorrato dalle banche, e l’Ibex 35 di Madrid in calo del 2,3 per cento. Variazioni più contenute per Cac 40 di Parigi (-0,4%), Ftse 100 di Londra (-0,1%) e Dax di Francoforte (+0,1%), quest’ultimo sostenuto anche dalle indicazioni sulla fiducia delle imprese tedesche.

Negli Usa invece l’attenzione resta focalizzata sui rapporti commerciali con la Cina e sulle tensioni con la Corea del Nord, nonostante la risposta moderata di Kim Jong-un alle accuse di Trump, e i listini americani scambiano intorno alla parità.

In Europa permane un certo nervosismo attorno al nascente governo italiano, in particolare per la possibile nomina dell’economista anti-euro Paolo Savona al Tesoro. Preoccupazioni a cui si sommano quelle provenienti dalla Spagna, dove l’opposizione è pronta a votare la sfiducia al governo Rajoy in seguito alla condanna per corruzione del Partito Popolare spagnolo e del suo tesoriere.

Timori che si riflettono in particolare sul comparto obbligazionario, con i rendimenti di Btp e Bonos in ascesa rispettivamente al 2,51% (+13 bp) e all’1,48% (+10 bp), in controtendenza con gli altri governativi. Lo spread fra il decennale italiano e quello tedesco si impenna di oltre 20 bp sfondando i 211 punti base, complice il flight to quality che agevola gli acquisti sul Bund.

Sul fronte macro sono giunte indicazioni complessivamente positive dall’indice Ifo di maggio; la fiducia delle aziende tedesche è rimasta sostanzialmente stabile rispetto ad aprile (102,2 punti), le aspettative di business hanno confermato la lieve flessione prevista dagli analisti (a 98,5 punti) e la valutazione sulla situazione corrente ha superato le attese (106 punti). In calo gli ordini di beni durevoli statunitensi (-1,7% ad aprile, stima flash), mentre la seconda stima preliminare sul Pil britannico del primo trimestre (+0,1% t/t, +1,2% a/a) ha confermato un rallentamento rispetto al quarto trimestre 2017.

Sul Forex il cambio euro/dollaro scende a quota 1,165 con la moneta unica penalizzata dalle incertezze politiche, mentre il dollaro/yen risale è pressoché invariato a 109,2. In flessione la sterlina a 1,331 rispetto al biglietto verde, dopo che l’Unione Europea ha respinto gran parte delle proposte del Regno Unito in merito alle relazioni post-Brexit.

Tra le materie prime l’oro si stabilizza sopra i 1.305 dollari l’oncia. Prosegue invece la discesa delle quotazioni del petrolio in scia ai timori di un aumento della produzione Opec per compensare le minori forniture di Iran e Venezuela, con Wti e Brent in calo di oltre il 2% rispettivamente a 68,7 e 77 dollari al barile.

Tornando a Piazza Affari, lettera sul settore creditizio, che risente dell’incertezza politica legata alla formazione della lista dei ministri da parte del premier incaricato Giuseppe Conte, in particolare per quanto riguarda l’inquilino del Tesoro. Inoltre, sono incerti anche i possibili impatti sul comparto della linea di azione del nuovo esecutivo. Vendite in particolare su BANCO BPM (-7,5%) ma anche su UBI, INTESA, UNICREDIT e BPER, in ribasso tra il 4 e il 4,8 per cento.

In controtendenza MONCLER (+3,2%) e LEONARDO (+1,5%), scelta dal governo canadese per una commessa da 1 miliardo di dollari per l’upgrade di 14 elicotteri. Acquisti su CAMPARI (+1,3%), PIRELLI (+1,2%) e STM (+1,1%), in calo invece FCA (-0,9%) che ha annunciato il richiamo di 4,8 milioni di veicoli a causa di software difettosi che potrebbero impedire ai conducenti di disattivare il cruise control.