Saipem – Dalla crisi al rilancio, diversificazione e business più efficiente

La multinazionale milanese si è dovuta confrontare con uno scenario dei prezzi del petrolio particolarmente sfidante anche nel 2017, ma tutto ciò si è tradotto anche in alcune opportunità che il gruppo ha saputo cogliere, compiendo ulteriori passi lungo quel percorso che porterà l’azienda verso un modello di business ancora più efficiente con congrua redditività accompagnata da una solida struttura patrimoniale.

 

Saipem archivia un 2017 sfidante, ma ricco di soddisfazioni, e conferma in questo primo scorcio del 2018 la validità delle scelte adottate dal nuovo team guidato da Stefano Cao, amministratore delegato della multinazionale milanese.

L’indebitamento netto è così sceso a 1,2 miliardi grazie ad una buona generazione di cassa ed alla forte attenzione riservata all’efficienza ed al controllo dei costi. Il tutto senza rinunciare alle politiche di sviluppo come testimonia l’acquisto a marzo della nave Constellation di ultima generazione allo scopo di potenziare ulteriormente le capacità nella posa di condotte sottomarine e completare la gamma dei servizi offerti al mercato subsea.

Nel contempo sono stati compiuti ulteriori passi avanti nelle strategie finalizzate a ridare vigore alla redditività pur in un contesto sfidante e grazie alla ricerca di una sempre maggiore efficienza operativa e gestionale, oltreché nella più avanzata diversificazione di business e di aree di operatività.

Iniziative apprezzate dal mercato come testimoniano gli studi degli analisti e l’andamento del titolo in Borsa, arrivato a toccare nel corso della scorsa settimana i massimi da oltre un anno, con una performance ytd positiva di circa il 10 per cento.

Stefano Cao, Ceo di Saipem, illustra le priorità strategiche del gruppo

Stefano Cao, Ceo di Saipem

“La riduzione dei prezzi del greggio ha avuto il suo culmine nel febbraio 2016 e ha reso indispensabile una trasformazione nell’approccio e nel tradizionale paradigma nel settore  oil&gas”.

Questo scenario, puntualizza Stefano Cao, Amministratore Delegato di Saipem, “ha deteminato un radicale cambiamento, con riflessi sull’efficienza e sull’efficacia degli operatori del settore e della filiera, relativamente a metodi, processi e tecnologie”.

E tutto ciò “si è tradotto in due priorità/opportunità che Saipem sta perseguendo: aumento dell’efficienza e diversificazione con annesso ampliamento dei mercati di riferimento”.

Efficienza, rifocalizzazione e riduzione dei rischi

Noi di Saipem, precisa il capo azienda, “abbiamo focalizzato le nostre attenzioni sull’aumento dell’efficienza, con il preciso obiettivo di ridurre i costi operativi, ma abbiamo lavorato anche sulla rifocalizzazione dei core business e sulla riduzione del rischio”.

Obiettivo al cui servizio “è stata disegnata una nuova organizzazione fondata su cinque divisioni operative totalmente autonome: E&C Onshore, E&C Offshore, Offshore Drilling, Onshore Drilling e servizi di ingegneria d’alta gamma (XSIGHT)”.

Una serie di iniziative grazie alle quali “è stato dato un forte impulso alla ricerca e all’implementazione di strategie nuove con l’obiettivo di ridurre i costi di produzione e il time-to-market dei nuovi sviluppi”.

Diversificare per ridare vigore alla redditività

Il Ceo di Saipem ricorda poi “l’altra grande opportunità che il gruppo Saipem sta perseguendo: la diversificazione con l’ampliamento dei mercati di riferimento, sia in termini geografici sia di prodotto, e con il potenziamento della propria presenza in settori anticiclici rispetto all’andamento del prezzo del petrolio”.

Più in particolare, prosegue Cao, “stiamo lavorando per rafforzare la nostra operatività nelle infrastrutture, con progetti di alta velocità/alta capacità ferroviaria, nelle energie rinnovabili, tra i quali la costruzione di campi eolici offshore, e negli impianti per la produzione di fertilizzanti, ma anche nel GNL e rigassificazione, oltreché negli impianti petrolchimici”.

Fra le altre aree di interesse è poi doveroso ricordare: la posa di condotte per il trasporto di petrolio o gas, ma anche dell’acqua, il decommissioning, ossia lo smantellamento di piattaforme ormai in disuso (MMO, Modification and Maintenance Operations), ma anche le attività nello shale oil”

Ed a tutto ciò, completa Cao, si affiancano le attività finalizzate a “monitorare con attenzione i cambiamenti strutturali del mercato e che, in prospettiva, Saipem farà di tutto per valutare e cogliere opportunità di alleanze, joint venture o M&A”.

Il 2017 è stato un anno sfidante, ma ricco di soddisfazioni

Lo scorso anno è stato caratterizzato “dal perdurare di uno sfidante contesto di mercato, ma Saipem ha confermato una solida performance operativa e gestionale, registrando un trend in costante diminuzione del debito netto e una buona acquisizione di nuovi contratti”.

Più in particolare, sottolineano alla Saipem, “la performance operativa 2017 è stata al di sopra delle attese soprattutto nei settori Offshore, sia Engineering & Construction che Drilling. Il settore Engineering & Construction Onshore, una volta superati gli effetti degli arbitrati sui progetti algerini, ha proseguito nel percorso di recupero di marginalità, mentre il settore Drilling Onshore continua a risentire di una ripresa molto più lenta del previsto in America Latina”.

L’indebitamento finanziario netto è comunque sceso di 154 milioni a 1,296 miliardi in quanto il flusso di cassa ha più che compensato gli investimenti del periodo. Sempre nel 2017 sono stati acquisiti nuovi ordini per 7,4 miliardi (8,35 nel 2016), ed il portafoglio ordini a fine anno ammonta a 12,4 miliardi, di cui 6,4 da realizzarsi nel 2018.

Il primo trimestre 2018 conferma la solidità della performance operativa

I ricavi ammontano a 1.915 milioni e risultano in flessione del 15,4% a causa della contrazione di attività nei settori E&C Offshore e Onshore, nonché nel settore Drilling Offshore. Nonostante ciò siamo riusciti a confermare la solidità delle performace operative e gestionali.

Nel contempo l’indebitamento finanziario netto si è ridotto di altri 98 milioni fissandosi a 1,2 miliardi. Sempre nel corso del primo trimestre del 2018 abbiamo acquisito nuovi ordini per oltre un miliardo ed il portafoglio a fine marzo ammonta a 11,5 miliardi, di cui 4,8 da realizzarsi nel 2018.

Da rilevare infine che sempre a marzo abbiamo acquisito la nave Constellation di ultima generazione allo scopo di potenziare ulteriormente le capacità nella posa di condotte sottomarine e completare la gamma dei servizi offerti al mercato subsea.

Lo scenario dei prossimi trimestri

Lo scenario attuale, come sottolineano alla Saipem, “mostra alcuni segnali di ripresa, seppur deboli. Li cogliamo in alcune delle nostre attività e ci fanno intuire che i piani di investimento delle compagnie petrolifere siano sulla strada di un nuovo processo di crescita”.

Chiaramente “non possiamo prevedere la tempistica con la quale la ripresa si manifesterà, ma si tratta di segnali che monitoriamo con grande attenzione per poterci presentare alla ripresa degli investimenti con la migliore struttura in termini di efficienza e di competenza dell’azienda”.

Il mercato, “oltre alle variabili legate al prezzo delle commodities, risente anche degli scenari geopolitici internazionali, fra le quali è doveroso segnalare il tema delle sanzioni internazionali, come ad esempio quelle applicate dagli Usa verso la Russia, l’embargo dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati verso il Qatar e l’uscita degli Usa dall’accordo sulla denuclearizzazione dell’Iran. Non ultima, l’applicazione dei dazi Usa sull’import dalla Cina e quelli su acciaio e alluminio a carico dell’import dalla Ue, Canada e Messico”.

Nonostante ciò, e grazie alla strategia di diversificazione, “ci siamo mossi alla scoperta di nuovi mercati con uno sguardo attento verso est, con il consolidamento in Medio Oriente e con l’apertura verso l’estremo Oriente. In particolare i paesi dell’Area ASEAN e quelli interessati dalla Belt and Road Initiative rappresentano un’opportunità che Saipem sta cogliendo”.

Gli obiettivi del piano con focus sul 2018-2019

L’obiettivo del gruppo guidato da Stefano Cao per il prossimo biennio “è continuare a perseguire un modello di offerta integrato, applicabile a tutti i segmenti. In questo contesto Saipem sta ulteriormente rafforzando il suo ruolo di trasformatore tecnologico e fornitore globale di servizi in continua evoluzione.”

Di conseguenza la strategia sviluppata dalla società è declinata sulla base della nuova struttura divisionale.

Per l’E&C Onshore, affermano dalla multinazionale, “puntiamo a un portafoglio bilanciato di attività oil/non oil in più aree geografiche. Le opportunità più interessanti riguardano il Medio Oriente, nonostante la forte competizione, e il segmento del GNL nel quale valutiamo sia grandi progetti che iniziative su piccola scala, compatibili con la crescente domanda di progetti di rigassificazione e la riduzione dei costi e dei tempi di commercializzazione”.

“Per quanto riguarda invece l’E&C Offshore”, continua il management, “intendiamo espandere la nostra offerta e diversificare ulteriormente forti delle nostre risorse tecnologiche e della nostra flotta”.

Passando al Drilling Offshore, dalla società registrano “un aumento delle richieste di offerta, principalmente nel Mare del Nord e in ambienti difficili. La domanda per le acque poco profonde in Medio Oriente rimane sostenuta. Stiamo, inoltre, adattando la nostra strategia commerciale ai mutamenti di mercato passando da impieghi dei mezzi prevalentemente a lungo termine anche a quelli a breve termine. In questo modo espandiamo la nostra base di clienti mantenendo flessibilità per eventuali recuperi futuri”.

Nel Drilling Onshore invece “il Nord America guida la crescita del mercato e l’America Latina mostra un debole miglioramento. Anche in questo caso, il Medio Oriente rimane stabile con una forte domanda ma è maggiore la competizione”.

Infine, la nuova divisione denominata XSIGHT è considerata da Saipem “il veicolo per essere coinvolti nella progettazione già in fase embrionale. Questo garantisce maggiore vicinanza al cliente e visibilità su tutta la vita del progetto fin dall’inizio, permettendoci di promuovere soluzioni innovative ed efficienti basate sulla nostra esperienza EPCI”.

Le previsioni 2018-2019

Per il 2018, Saipem prevede ricavi pari a 8 miliardi di euro e un Ebitda margin superiore al 10%, mentre il debito netto dovrebbe mentenersi sostanzialmente stabile a 1,3 miliardi dopo investimenti tecninci per 0,5 miliardi.

Numeri sostanzialmente in linea al consensus degli analisti, che per quest’anno stima ricavi leggermente inferiori a 8 miliardi e un Ebitda margin al 10,6%, mentre l’indebitamento finanziario netto è atteso a 1,3 miliardi.

Per il 2019, invece, gli analisti prevedono ricavi e margini sostanzialmente costanti, rispettivamente poco sopra gli 8 miliardi e una redditività al 10,7%, mentre il debito dovrebbe diminuire a 1,14 miliardi portando il rapporto netdebt/Ebita a 1,3x da 1,5x stimato per quest’anno.

Analisti: divisi tra buy e hold

Morgan Stanley ha reiterato la raccomandazione “buy” con prezzo obiettivo a 5,80 euro, in attesa dei risultati del secondo trimestre in uscita il prossimo 25 luglio con i principali catalyst che riguardano l’aggiudicazione di nuove commesse, i movimenti del capitale circolante e l’oulook sugli ordini. “Prevediamo un buon trimestre per Saipem con risultati in linea al consensus, mentre gli ordini annunciati per 2,7 miliardi di dollari aiutano a ridurre le preoccupazioni sulla guidance 2018 e migliorare le aspettative verso i prossimi anni. In aggiunta, l’assenza di oneri legali una tantum e di extra costi per Kaombo può alleviare i timori del mercato verso questi argomenti”.

Kepler Cheuvreux ha confermato il giudizio “hold” con target price a 4,1 euro dopo l’annuncio a inizio giugno del nuovo contratto in Tailandia nel segmento E&C Onshore da 500 milioni di dollari. “Il buon order intake di Saipem aumenta la credibilità delle nostre previsioni sul 2018 e migliora la visibilità sul 2019. La sigla di tale contratto rappresenta uno step positivo per la società, che rafforza la propria posizione in un mercato dove la competizione è meno intensa rispetto ad altri sotto segmenti del settore delle Oil Services. Saipem si sta muovendo nella giusta direzione e ha migliorato la visibilità sul 2019, presentandosi ora come un probabile candidato per operazioni di M&A nei prossimi mesi”.

Citi ha rilanciato il “buy” con target price a 5,20 euro, migliorando la visibilità sull’outlook 2019 che potrebbe portare a un re-rating. “Una delle principali preoccupazioni del mercato ha riguardato la limitata visibilità dei ricavi nel prossimo anno. Tuttavia, l’aumento dei prezzi del petrolio dovrebbe aiutare una ripresa degli investimenti, dopo che i Capex del settore dell’oil and gas E&P hanno toccato il punto più basso nel 2017. Riteniamo che attraverso il suo business model diversificato, Saipem sia ben posizionata per capitalizzare tale riprese, anche grazie al miglioramento della propria struttura patrimoniale con la significativa diminuzione del debito”.

Mediobanca ha riaffermato il giudizio “neutral” con target price a 3,8 euro, mantenendo qualche incertezza circa la debolezza dei profitti fino al 2020. Per il secondo trimestre, pur apprezzando il buon miglioramento nell’order intake, “abbiamo stime del 20-30% al di sotto del consensus, principalmente a causa del minore contributo dal drilling offshore, che implica un calo del 4% dell’Ebitda rispetto al trimestre precedente”. Gli analisti si attendono che il management “fornisca maggiori informazioni sulle ampie opportunità nella pipeline, in particolare nell’E&C Offshore, inclusi i progetti OPL 245 e Bonga SW (Nigeria), Liza Fase 2 (Guyana)e Zohr Fase 2 (Egitto), che potrebbero ulteriormente supportare il prezzo delle azioni”.

J.P. Morgan ha una raccomandazione “overweight” con prezzo obiettivo a 4,30 euro, motivato con il buon posizionamento del gruppo italiano nella pipeline del secondo semestre 2018 che vede le migliori opportunità in Nigeria, Arabia Saudita e Brasile, con possibili ordini da parte di Eni per Zohr e Aramco. Inoltre, un’ulteriore spinta è stata data dai contratti annunciati nel corso del secondo trimestre, che secondo la banca d’affari coprono circa il 60% dei lavori per il 2019.

Bernstein ha migliorato il giudizio ad ‘outperform’, inserendo il titolo nella propria conviction buy list con prezzo obiettivoalzato a 6,60 euro. “La valutazione a sconto di Saipem non è più giustificabile dopo i miglioramenti del business e della struttura patrimoniale e rappresenta una fonte di un significativo upside”. Secondo la banca d’investimento il gruppo “il titolo è l’unico a poter raddoppiare il proprio valore senza un forte recupero dell’offshore, mentre la possibilità che Saipem riesca ad aggiudicarsi nuovi contratti per 15 miliardi di dollari entro in 2025 rappresenta una significativa opportunità”.

HSBC ha assegnato la raccomandazione “buy” con target price a 4,25 euro dopo che Saipem ha superato gli ostacoli che l’hanno frenata in passato. La società sta finalmente svoltando e riportando il focus sul proprio business, supportata da “una struttura semplificata, dal focus sui servizi a valore aggiunto e dal programma di ristrutturazione dei costi”, oltre che dal buon posizionamento “per aggiudicarsi più lavori in Medio Oriente e per cogliere le opportunità nei tie-back sottomarini grazie all’acquisizione della Constellation”.

Borsa – Sui massimi da un anno                   

Il titolo ha chiuso la scorsa settimana in prossimità dei massimi di oltre un anno in area 4,2 euro, al termine di una graduale rimonta iniziata da metà aprile e accompagnata dal rialzo delle quotazioni del greggio.

Dopo un minimo ytd in area 3,07 euro toccato lo scorso 9 aprile, infatti, le quotazioni del gruppo hanno recuperato terreno, portando la performance da inizio anno in positivo di circa il 10%, sostanzialmente in linea all’indice settoriale europeo e rispetto all’andamento piatto del Ftse Mib.

Estendendo il periodo di analisi agli ultimi 12 mesi, invece, si rileva che Saipem ha guadagnato circa il 20%, replicando l’andamento dello Stoxx Europe 600 Oil & Gas e sovraperformando il +2% circa del Ftse Mib.