Servizi Finanziari – Seduta no (-1,7%), resiste Azimut (+0,1%)

ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso dell’1,8% e in linea all’analogo europeo (-2,2%), non beneficiando della tenuta del comparto bancario (invariato) e uniformandosi al Ftse Mib (-1,7%).

Gli investitori rimangono sempre preoccupati per le possibili conseguenze sul bilancio pubblico, a maggior ragione dopo la bocciatura giunta alla nota di aggiornamento del Def da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, il quale ha sottolineato che “la previsione sul Pil del 2019 contenuta nella nota di aggiornamento del Def eccessivamente ottimistica”. Nonostante ciò, i più importanti esponenti dell’esecutivo proseguono nel ribadire con forza la sostenibilità dei target fissati nel documento, incluso l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.

La resistenza mostrata dal settore creditizio si è riflessa in larga parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali tengono Azimut (+0,1%) e Banca Mediolanum (flat), sostenute anche dal dato positivo relativo alla raccolta netta di settembre.

Pesante Exor (-3%), mossasi in scia alla performance negativa delle principali controllate quotate.

Nel Mid Cap si interrompe subito il recupero di Banca Ifis (-3,3%), il cui Ad Giovanni Bossi nei giorni scorsi ha abbassato a 140 milioni la guidance sull’utile netto del 2018. Calo contenuto per doBank (-0,3%), mentre arretra pesantemente Cerved (-4,3%) dopo le impreviste dimissioni dell’Ad Marco Nespolo, che tuttavia in una conference call ha cercato di tranquillizzare il mercato sul fatto che il business sta andando bene.

Tra le Small Cap altra seduta sottotono per Banca Intermobiliare (-0,9%), nonostante l’assemblea nei giorni scorsi abbia approvato l’aumento di capitale da 91 milioni. Termina sulla parità Mittel, il cui Ad Rosario Bifulco ha deciso di aderire all’Opa promossa dall’azionista Progetto-Coval, che terminerà il prossimo venerdì.