Mercati – Vecchio Continente debole con euro/dollaro verso quota 1,24

Intorno alle 15:50 i principali listini europei scambiano in frazionale ribasso, nonostante l’avvio positivo di Wall Street, mentre il cambio euro/dollaro scambia sui massimi degli ultimi tre anni a quota 1,238.

A Milano il Ftse Mib flette dello 0,4%, sostanzialmente in linea il Cac 40 di Parigi (-0,3%). Il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid sono poco mossi a -0,1% mentre il Ftse 100 di Londra (-0,6%) soffre il rafforzamento della sterlina. Segni positivi invece per gli indici americani, in particolare per il Dow Jones a +0,5% trascinato da General Electric. Gli investitori internazionali intanto restano focalizzati sulle trimestrali e mantengono un occhio sul forum di Davos, in attesa della riunione di domani della Bce.

Sul Forex prosegue il declino del dollaro nei confronti delle altre valute, penalizzato in parte anche dalle misure protezionistiche di Trump. Un movimento accolto positivamente dal segretario al Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, in quanto utile per l’economia a stelle e strisce attraverso la riduzione del disavanzo commerciale.

Il Dollar Index, l’indice che traccia l’andamento della valuta americana rispetto alle atre principali divise, scende per la prima volta dal 2014 sotto quota 90 punti e il cambio con lo yen buca al ribasso la soglia di 110 dopo quattro mesi. Si rafforza invece la sterlina (GBP/USD a 1,419 e EUR/GBP in calo a 0,872), dopo che il tasso di disoccupazione si è mantenuto sui livelli minimi dal 1975.

Dall’agenda macro sono giunte indicazioni positive anche sull’economia dell’Eurozona, con i dati sulla produzione manifatturiera in lieve rallentamento ma ancora vigorosi e quelli sul settore terziario in ulteriore crescita rispetto a fine 2017.

La debolezza della moneta americana favorisce l’oro, che si porta in area 1.355 dollari l’oncia. Poco mosso invece il petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 64,7 e 69,8 dollari al barile, in attesa dei dati settimanali Eia sulle scorte di greggio degli Usa, che potrebbero evidenziare un incremento delle riserve dopo diverse settimane in calo.

Vendite sull’obbligazionario, dove il rendimento del Btp italiano risale all’1,91% mentre lo spread con il Bund tedesco rimane pressoché invariato a 132 punti base.

A Piazza Affari gli acquisti premiano le ex banche popolari, con BANCO BPM (+2,7%), BPER (+2,7%), UBI (+1,9%) tra le migliori del Ftse Mib. Bper e Ubi beneficiano anche del giudizio positivo di Kepler, che ha confermato la raccomandazione ‘buy’ per entrambi i titoli con target price rispettivamente pari a 5,4 e 4,6 euro. Positiva anche UNICREDIT (+0,6%) mentre INTESA cede mezzo punto percentuale.

In evidenza anche MONCLER (+1,6%) dopo la revisione al rialzo di target price a 31 euro da 27,5 da parte di Jefferies.

Pesante STM (-4,7%) penalizzata dal taglio del target price da parte di JP Morgan (da 26 a 23 euro) e dalle stime sotto le attese del colosso americano Texas Instruments per il primo trimestre dell’anno. L’azienda italo-francese dei microchip pubblicherà domani i risultati contabili, così come FCA (+0,6%).