Mercati – In Europa solo Londra (+0,8%) evita le vendite, Milano chiude a -0,3%

Chiusura sotto la parità per gli indici azionari del Vecchio Continente, mentre Wall Street prosegue la seduta a due velocità. A Piazza Affari il Ftse Mib archivia gli scambi in flessione dello 0,3% a 21.790,3 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-0,1%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%). Unico segno più il Ftse 100 di Londra (+0,8%).

Le rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina appesantiscono il sentiment degli investitori, con i dazi Usa in dirittura di arrivo sui prodotti cinesi, per un valore di 16 miliardi di dollari. L’amministrazione Trump ha infatti deciso di procedere con l’imposizione di dazi del 25% su importazioni da Pechino, a partire dal prossimo 23 agosto.

Tuttavia, buone indicazioni sono giunte dai dati odierni sulla bilancia commerciale cinese di luglio: l’export è salito più delle attese e l’avanzo di Pechino nei confronti di Washington resta vicino ai massimi storici, allentando i timori di significative conseguenze economiche dei dazi.

Tra le materie prime in calo le quotazioni del petrolio, con il Brent (+2%) che arretra a 77,8 dollari e il Wti (+1%) a 67,2 dollari. I dati settimanali EIA sulle scorte di petrolio negli Stati Uniti indicano che lo stock di greggio è diminuito di 1,35 milioni di barili, rispetto alla riduzione di circa 2,2 milioni attesa dagli analisti e al calo di circa 6 milioni del dato Api.

Sul mercato Forex, l’euro recupera in area 1,16 sul dollaro ma non riesce ad approfittare in maniera più ampia del momento di appannamento del rally del biglietto verde. Continua infine a rimanere sotto pressione la sterlina, sui rinnovati timori di ‘hard Brexit’. Il cambio euro/sterlina è salito sopra 0,90 per la prima volta dallo scorso 15 novembre.

Intanto, il Btp si avvicina ai livelli di allerta, intorno al 3% di rendimento oltrepassato la scorsa settimana. Il decennale tratta a quota 2,9%, con lo spread che risale a 250 punti.

Tornando a Piazza Affari, chiude ancora in cima al paniere principale PIRELLI (+2,4%), che ha archiviato il secondo trimestre con ricavi in calo del 2% anno su anno a 1,31 miliardi, poco sotto le aspettative. Utile operativo rettificato in crescita del 10% a 232 milioni, meglio del previsto. Il produttore di pneumatici ha rivisto alcuni obiettivi dell’esercizio in corso, confermando però quello relativo all’utile operativo.

Guadagni sopra il punto percentuale anche per A2A (+1,6%) e BANCO BPM (+1%).

Poco sotto la parità UNICREDIT (-0,4%) dopo che Société Générale ha abbassato il target price a 16,6 euro, all’indomani della presentazione dei dati del trimestre.

Ultimo posto per BPER (-5,9%), che è finita più volte in asta di volatilità. L’istituto di credito ha chiuso il secondo trimestre con un utile operativo in calo del 23% anno su anno a 358 milioni. I ricavi totali, anche per effetto della discesa del margine di interesse dell’1%, si attestano a 509 milioni. In forte aumento i costi operativi (+12% a 358 milioni) e Common Equity Tier1 in lieve calo rispetto a marzo, all’11,6 per cento.