UniCredit – Voci non ricorrenti portano i conti in rosso nel 4Q19

L’istituto di credito ha registrato negli ultimi tre mesi del 2019 un risultato netto negativo per 835,0 milioni, contro l’utile netto di 1,98 miliardi del quarto trimestre 2018 a causa di poste straordinarie, al netto delle quali il risultato bottom line si sarebbe attestato a 1,4 miliardi, in crescita del 68,5% rispetto al risultato netto 2018 corrente.

Con il quarto trimestre 2019 UniCredit ha archiviato il piano Transform 2019 con pieno successo e il raggiungimento di tutti gli obiettivi, non scontato in un contesto economico non facile. I ricavi dell’anno, pari a 18,8 miliardi, sono stato superiori alla guidance di 18,7 miliardi e al contempo l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier è riuscito a tagliare i costi più del previsto, 9,9 miliardi registrati contro il target di 10,6 miliardi. Ma i tre anni del piano hanno visto UniCredit impegnata soprattutto in una forte azione di riduzione dei crediti deteriorati che ha portato il costo del rischio a 49 punti base, meglio della guidance di 55 pb, frutto anche della riduzione dello stock di crediti Npl che per le posizioni non core sono scesi a 8,6 miliardi contro un obiettivo del piano di 19,2 miliardi facendo meglio anche della più recente indicazione di 9 miliardi

Nel mese di dicembre Mustier, amministratore delegato di UniCredit, ha presentato il nuovo piano Team 26 che costituirà l’asse strategico dei prossimi anni e che sarà improntato sullo sviluppo e sul rafforzamento della relazione con la clientela.

In occasione della presentazione dei conti 2019, sono stati ribaditi i target di crescita per il 2020 che prevedono ricavi a 18,2 miliardi, un livello dei costi inferiore a 10,2 miliardi, il costo del rischio inferiore a 46 punti base e un utile netto a 4,3 miliardi, con un RoTE all’8 per cento.

Inoltre UniCredit ha annunciato che porterà il livello della distribuzione dell’utile dividendo al 50% per il 2020 e sarà considerata la possibilità di un dividendo straordinario nel 2021 e/o 2022.

Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i conti economici trimestrali di UniCredit.

Nel quarto trimestre 2019 il margine di intermediazione ha raggiunto i 4.850,0 milioni, in crescita del 3,4%rispetto ai 4.692,0 milioni degli ultimi tre mesi del 2018. La maggiore spinta all’aumento è venuta dai ricavi da trading che sono lievitati del 127,5% a 464,0 milioni. Il run rate trimestrale medio atteso dai ricavi da attività di negoziazione è confermato intorno ai 300 milioni.

In crescita anche le commissioni, che hanno messo a segno un +5% a 1.629,0 milioni e hanno compensato il calo del margine di interesse sceso del 7,3% a 2.515,0 milioni.

Prosegue lo stretto controllo dei costi, che sono diminuiti del 4,6% a 2.524,0 milioni, grazie a un contenimento del costo del personale sceso dell’1,9% a 1.549,0 milioni, e soprattutto degli altri costi operativi che hanno visto una contrazione dell’8,7% a 975,0 milioni.

Tali dinamiche hanno permesso un incremento del 13,7% del risultato lordo di gestione che ammonta a 2.326,0 milioni.

Le rettifiche su crediti, pari a 1.638,0 milioni, in aumento del 78,6% dai 921,0 milioni del quarto trimestre 2018, scontano l’aggiornamento della strategia di run-down del portafoglio di crediti deteriorati per la divisione non core che ha pesato per 1.055,0 milioni.

Il risultato netto di gestione è quindi diminuito del 39,4% a 681,0 milioni.

In netto aumento anche le poste straordinarie negative che nel complesso sono risultate pari a 1.638,0 milioni (dai 46 milioni dell’ultimo trimestre 2018) poiché includono 365,0 milioni di minusvalenza derivante dalla cessione del 9% di Yapi Kredi, 319,0 milioni di costi di integrazione in Germania e Austria e 468,0 milioni per impairment di beni intangibili e altri nelle diverse divisioni. C’è poi un piccolo effetto dalla rivalutazione degli asset immobiliari.

Le imposte sono state positive per 119,0 milioni (positive per 906,0 milioni nel quarto trimestre 2018).

In seguito a tali pulizie e svalutazioni, l’istituto ha chiuso il trimestre con una perdita di 835,0 milioni, contro un utile di 1.984,0 milioni nell’analogo periodo dell’anno precedente.