Mps – Il Mef al lavoro in vista della scissione di 8,1 mld di Npl

Il Tesoro ha perfezionato il testo del decreto in vista del deconsolidamento di 8,1 miliardi di crediti deteriorati di Mps, propedeutico alla privatizzazione della banca senese, di cui è il primo azionista con il 68,2% del capitale.

Il Mef dovrebbe sottoscrivere la maggior parte del miliardo in strumenti di capitale che la l’istituto emetterà sulla base delle direttive della BCE.

Lo riporta Reuters, secondo cui il Ministero dell’Economia ha richiesto alla presidenza del Consiglio dei Ministri di inserire all’ordine del giorno della prima riunione utile dello stesso Cdm del suddetto decreto, il cui esame potrebbe avvenire già in questa settimana.

Il provvedimento darebbe il via libera al Mef a procedere con “le operazioni straordinarie” necessarie a fare in modo che l’istituto possa deconsolidare 8,1 miliardi tra sofferenze e inadempienze probabili a favore di Amco, la bad bank in capo sempre al Tesoro.

L’operazione rappresenta “una condizione essenziale per restituire alla banca una prospettiva di stabile recupero di redditività e di valore e pertanto costituisce un elemento prodromico essenziale per la successiva dismissione della partecipazione del ministero”, riporta la relazione illustrativa allegata alla bozza di decreto.

La BCE è propensa a dare l’ok al progetto, a condizione però che Mps ripristini i coefficienti patrimoniali in linea con i requisiti di vigilanza prudenziale.

Per fare fronte alla richiesta, secondo quanto riporta Reuters, Mps prevede di emettere circa 700/750 milioni di bond Additional Tier1 bond. La banca ha già comunicato che, su richiesta della Vigilanza, emetterà Tier2 per un ammontare di 250 milioni.

Il Mef potrà sottoscrivere fino al 70% degli strumenti in via di emissione, mentre il resto deve essere coperto da investitori privati.

In base alla bozza di decreto, il Tesoro può vendere la partecipazione detenuta nell’istituto toscano “in una o più fasi”, tramite un’offerta pubblica di vendita rivolta a investitori retail italiani o istituzionali, oppure attraverso negoziati diretti o potenziali aggregazioni.