Rinnovabili, acqua e rifiuti, un presente critico per l’Italia

Importanti spunti dalla presentazione a Cernobbio della ricerca “Il ruolo chiave delle multiutility per il rilancio sostenibile dei territori italiani”, realizzata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A.

“Gap” sembrerebbe la parola chiave in tema di rinnovabili, trattamento rifiuti e ciclo idrico in Italia.

L’uso delle rinnovabili è elemento chiave per una transizione sostenibile, ma seguendo l’attuale trend di installazione di nuovi impianti, si verrebbe a determinare un GAP di circa 23mila MW di potenza installata dal solo fotovoltaico al 2030, quasi la metà dei 52mila MW previsti per quella data dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).

Sul fronte del trattamento rifiuti, la best practice europea vorrebbe l’azzeramento del conferimento in discarica – in una logica orientata al recupero di materia e alla valorizzazione come energia degli scarti residuali -, ma l’Italia ne fa ricorso per il 21,5% dei rifiuti non senza difformità a livello territoriale in tema di capacità di trattamento e recupero.

L’esaurimento della capacità delle discariche e il GAP impiantistico rendono la questione della circolarità di priorità assoluta. Si stima che 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani da conferire in discarica supereranno la capacita’ di smaltimento già al termine del 2020.

Criticità simili, in termini di infrastrutture e GAP territoriali, riguardano il ciclo idrico integrato. Il 60% delle attuali infrastrutture idriche ha superato i 30 anni, di cui il 25% ha oltrepassato la soglia del mezzo secolo. Inevitabili le implicazioni di dispersione della rete: a oggi in Italia, il 47,9% dell’acqua prelevata si disperde lungo la rete idrica. Un dato che fa del nostro Paese il fanalino di coda a livello europeo.

Un quadro che rende necessario un intervento sistemico, accelerando sugli investimenti.