Mps – Nuovi rumor sulla privatizzazione

Oggi dovrebbe tenersi il cda di Mps nel corso del quale potrebbero essere valutare le prossime mosse riguardo l’aumento di capitale della banca in vista della pubblicazione dei risultati dello stress test dell’EBA, fissata per il prossimo 30 luglio.

Lo si apprende da Il Corriere della Sera, con il focus del mercato che resta sulla privatizzazione dell’istituto senese.

Nei giorni scorsi la banca ha comunicato di avere risposto alla richiesta di BCE di fornire dettagli sulle tempistiche dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi stimando di emettere nuove azioni entro marzo/aprile 2022.

“Con riferimento al Capital Plan approvato il 28 gennaio 2021 e inviato alla BCE, l’autorità ha preso atto della comunicazione resa da Mps nel contesto della presentazione dei risultati del primo trimestre dell’anno e, in particolare, che lo shortfall patrimoniale rispetto all’Overall Capital Requirement (OCR) possa essere, al 31 marzo 2022, inferiore a 1 miliardo, e ha richiesto una tempistica dettagliata di un eventuale aumento di capitale di 2,5 miliardi che consenta il computo delle azioni nel patrimonio prima che lo shortfall si verifichi”, si legge nella nota.

“La banca ha inviato all’autorità un’ipotesi di tempistica dettagliata che prevede l’emissione delle nuove azioni entro marzo/aprile 2022, precisando che, allo stato, l’eventuale aumento di capitale, solo ipotizzata e la cui attuazione è comunque soggetta all’approvazione da parte di DG Comp e della BCE per gli aspetti di competenza, rappresenta un’opzione subordinata rispetto al perseguimento della soluzione strutturale”, aggiunge la nota.

Mps, rispetto a quanto già comunicato lo scorso 31 maggio e in ottemperanza alla informativa richiesta da Consob, ha fatto sapere che non ci sono aggiornamenti da segnalare in merito alla soluzione strutturale.

Per il Tesoro, primo azionista della banca senese con il 64,2% del capitale, la priorità resta la cessione a un altro istituto, anche se UniCredit, che i rumor continuano a indicare come il candidato principale per una fusione (anche se attualmente è concentrata sulla riorganizzazione interna), sembra piuttosto fredda sul dossier (Banco Bpm non è interessato).

Il quotidiano ritorna anche sull’ipotesi del cosiddetto “spezzatino” e parla anche di un mix tra le due precedenti soluzioni.

Nei giorni scorsi erano anche circolate anche indiscrezioni per una possibile proroga di 6-12 mesi della presenza pubblica nel capitale di Mps, per cui sarebbe però necessario intavolare una trattativa con le autorità europee. Gli attuali accordi prevedono l’uscita entro fine 2021.

Intorno alle 12:50 il titolo viaggia sulla parità a 1,15 euro, mentre l’indice di settore cede l’1,2 per cento.