Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un rialzo del 3,6% e al di sotto dell’analogo indice europeo (+5%), sostenendo anche il Ftse Mib (+2,5%).
Sui mercati l’attenzione rimane sul possibile avvio del tapering da parte della Fed, anche se la banca centrale americana ha precisato che la crescita economica non è ancora abbastanza solida per pensare di stabilirne i tempi.
In Europa (inclusa l’Italia) il focus resta da un lato sui dati in netto miglioramento relativi all’andamento dei contagi e sull’allentamento delle misure restrittive, e dall’altro sulla prosecuzione della campagna vaccinale, ormai entrata nel vivo. Tuttavia, la preoccupazione torna a salire a causa del diffondersi della cosiddetta variante Delta, che potrebbe rallentare il ritmo della crescita economica.
In Italia il focus è sul Recovery Plan da oltre 200 miliardi elaborato dal Governo e approvato alla Commissione Europea.
In questo scenario, con lo spread che ha oscillato in area 105 pb, il comparto bancario ha archiviato un’ottima settimana, sostenuto anche da solide trimestrali.
Volano Bper (+9,8%), reduce dai conti e il cui Ad Piero Montani ha spiegato che il nuovo piano sarà pronto tra fine anno e inizio 2022 e che l’istituto potrebbe essere coinvolto nel consolidamento, e Banco Bpm (+8,1%), reduce dai risultati e il cui Ceo Giuseppe Castagna ha affermato di non vedere operazioni di M&A alle porte.
Sul Ftse Mib bene Intesa Sanpaolo (+2,9%), reduce da una solida trimestrale e che ha confermato una significativa politica dei dividendi. Il Ceo Carlo Messina ha spiegato che la banca guarda a piccole acquisizioni nel private banking all’estero.
Sul Mid Cap in luce Mps (+2%), reduce dai risultati e che il cui shortfall potrebbe essere inferiore a 500 milioni nel 2022. Nel frattempo, il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha riferito in Parlamento che la banca non sarà svenduta e che il deal con UniCredit (+3%) è una soluzione strategica. Denaro su Popolare di Sondrio (+2,4%), reduce dai conti e con la banca al lavoro in vista della trasformazione in Spa, e Credem (+2,6%), reduce dai risultati e aperta ad altre potenziali M&A dopo Caricento.
Sullo Small Cap frena Carige (-7,3%), in attesa di novità sulla cessione della quota di controllo e che ha pubblicato i risultati. Hanno alzato il velo sui conti anche Banca Finnat (-1,1%), Banca Profilo (+1,1%) e Banco Desio (+2,6%).