Mps – Indiscrezioni su possibile proroga tempi per la privatizzazione

Dopo che il Tesoro e UniCredit hanno ufficializzato l’interruzione delle trattative per l’acquisizione di un potenziale perimetro in capo alla banca senese, il mercato ora si interroga su quali saranno i prossimi passi del MEF, primo azionista della banca senese con il 64,2% del capitale, per definirne la privatizzazione.

Secondo quanto riportato da La Stampa, il Governo cercherà ora di concordare con la Commissione Europea un’estensione della scadenza, attualmente fissata al 31 dicembre 2021, per la riprivatizzazione di Mps. Da Bruxelles potrebbero concedere sei mesi in più o forse qualcosa in più.

Tuttavia, secondo il quotidiano, il Tesoro dovrà rimettere mano al portafoglio per rafforzare la posizione patrimoniale della banca toscana, anche perché all’orizzonte non si intravvede un altro potenziale acquirente.

Secondo iil Corriere della Sera, Banco Bpm e Bper figurerebbero tra quelle che potrebbero esaminare il dossier Mps. In particolare, per Banco Bpm, aggiunge il giornale, un’operazione con Mps permetterebbe di rafforzare la crescita come terzo polo bancario italiano e di mettersi al riparo da offerte ostili, tra cui potenzialmente quella della stessa
UniCredit.

Tuttavia, più volte il Ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha rimarcato che la banca di piazza Meda non è interessata ad una potenziale aggregazione con Mps, a causa dell’elevata dimensione (stesso motivo per cui è difficile un coinvolgimento di Bper) della stessa e del profilo geografico non ideale.

A questo punto, secondo alcuni rumor di stampa, Mps potrebbe proseguire per alcuni mesi su base stand alone.

Secondo quanto riporta MF, in uno scenario di questo tipo l’istituto toscano potrebbe subire un’altra ristrutturazione, con la cessione di crediti deteriorati per almeno 4 miliardi, la scissione dei rischi legali in base al piano già definito con Fintecna, l’uscita di circa 5 mila dipendenti e un aumento di capitale da almeno 3 miliardi (Nel 2017 il Tesoro aveva già immesso risorse per 5,4 miliardi).

Il tutto allo scopo di migliorare la redditività della banca e renderla appetibile per nuovi investitori, da individuare presumibilmente nell’arco del 2022. Secondo il giornale potrebbe essere predisposto anche un ricambio del vertice, con la possibile uscita dell’attuale Ceo, Guido Bastianini. Il quotidiano cita Marina Natale, attuale Ceo di AMCO, e Victor Massiah, ex Ad di Ubi, come potenziali sostituti.

Bisognerà poi capire quale sarebbe il parere della BCE e dall’Antitrust europeo, chiamato a vigilare sui possibili aiuti di Stato.