Seduta mista per le principali borse asiatiche dopo la chiusura poco mossa di ieri a Wall Street.
In Cina, Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,2 e lo 0,4%. Giù invece Hong Kong (-1%) e il Giappone, con Nikkei a -1,3% e Topix a -1,2%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +0,2%, lo S&P500 in parità e il Dow Jones a -0,2%.
Restano le preoccupazioni legate alla crisi immobiliare cinese, ulteriormente alimentate dalla notizia che le azioni di China Evergrande sono state sospese dalle negoziazioni alla Borsa di Hong Kong mentre gli obbligazionisti di Country Garden Holdings non hanno ancora ricevuto il pagamento delle cedole in scadenza ieri.
Occhi nel contempo sulle banche centrali. Neel Kashkari, presidente della Federal Reserve di Minneapolis, ha affermato che un potenziale shutdown del governo americano e gli effetti del prolungato sciopero dei lavoratori del settore automobilistico potrebbero rallentare l’economia, richiedendo mosse meno aggressive da parte della Fed.
Ulteriori indicazioni sono attese dall’agenda macroeconomica a partire dai dati sul pil statunitense e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, entrambi oggi pomeriggio, mentre domani lo sguardo si focalizzerà su spese per consumi e deflatore PCE, una misura dell’inflazione attentamente monitorata dalla Federal Reserve.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla in area 1,05 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 149,4. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,5%) a 94,9 dollari e il Wti (+0,8%) a 94,4 dollari al barile.