Seduta perlopiù negativa per le principali borse asiatiche, orfane di Hong Kong ferma per festività e dopo la chiusura poco mossa di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,9% e il 3,1%, Giappone contrastato con Nikkei a +0,6% e Topix a -0,1%.
Oltreoceano, lo S&P 500 ha terminato a -0,2%, il Dow Jones e il Nasdaq entrambi a -0,1%.
Cresce l’attesa per il briefing di domani, durante il quale il ministro delle finanze cinese annuncerà probabilmente ulteriori misure di sostegno per rilanciare l’economia del Paese in rallentamento. Investitori e analisti si aspettano che Pechino impiegherà fino a 2 trilioni di yuan (283 miliardi di dollari) in nuovi stimoli fiscali, con le autorità al lavoro per aumentare la crescita e ripristinare la fiducia.
Parallelamente gli investitori stanno metabolizzando i dati statunitensi diffusi ieri che hanno visto un inflazione di base aumentata più del previsto a settembre, un segno di stallo nei progressi per riportare i prezzi al loro target. Inoltre, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono salite al livello più alto in oltre un anno.
Dati a seguito dei quali gli operatori continuano a stimare una probabilità di circa l’80% che la Fed taglierà i tassi di 25 punti base nella riunione di novembre.
Sempre in tema di politica monetaria, la Banca di Corea ha abbassato il costo del denaro di 25 punti base al 3,25%, come previsto dagli operatori.
Ulteriori segnali dovrebbero arrivare oggi con la stagione delle trimestrali che oggi vedrà i conti di big come JPMorgan, Wells Fargo e Bank of New York.
Infine, sullo sfondo restano monitorati i rischi di escalation in Medio Oriente e i pesanti danni causati dall’Uragano Milton in Florida.
Sul forex, l’euro/dollaro è stabile a 1,093 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 148,8. Tra le materie prime, petrolio in netto rialzo con il Brent (+2,8%) a 78,7 dollari al barile e il Wti (+2,8%) a 75,3 dollari.