Nella scorsa settimana il Ftse Italia Servizi Pubblici ha riportato un -0,3%, in controtendenza sia al Ftse Mib (+2,2%), sia all’Euro Stoxx 600 Utilities (+1%).
Tra le Big, ha fatto meglio Hera, in rialzo dello 0,8 per cento.
Poco sopra la parità Italgas (+0,3%) la cui assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio separato di esercizio al 31 dicembre 2018, chiuso con un utile di 194 milioni, ed ha esaminato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2018, che evidenzia un utile netto di 313,7 milioni (+7,1% rispetto al 2017).
I soci inoltre hanno deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,234 euro per azione per complessivi 189.337.707,47 euro, in pagamento dal 22 maggio 2019, con data di stacco della cedola al 20 maggio 2019 e record date al 21 maggio 2019.
Nella stessa sede, è stato nominato il nuovo Cda, tra cui Alberto Dell’Acqua, Presidente in sostituzione di Lorenzo Bini Smaghi e Paolo Gallo, confermato Ad.
L’Ad di Italgas in merito al dossier Ascopiave ha chiarito che la società sta valutando il dossier e probabilmente farà un’offerta non vincolante rivolta solo pacchetto distribuzione.
A margine dell’assemblea degli azionisti, sono stati anticipati alcuni obiettivi del nuovo piano industriale 2019-2025 del principale distributore di gas in Italia. Nel 2019 gli investimenti supereranno i 600 milioni, arrivando a quasi 650 milioni.
Enel (-0,2%) La divisione del gruppo Enel dedicata a prodotti innovativi e soluzioni digitali, Enel X, ha raggiunto con il Comune di Genova l’obiettivo di 100 infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici previsto nel protocollo di intesa siglato a metà dello scorso anno.
Snam (-0,3%) ha approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2018 e la distribuzione di un dividendo di 0,1358 euro a titolo di saldo, con stacco cedola il 24 giugno 2019. Il dividendo riferito all’intero anno è pari a 0,2263 euro per azione.
I soci inoltre hanno autorizzato l’acquisto di azioni proprie per la durata massima di 18 mesi, per un esborso massimo di 500 milioni.
I soci di Snam hanno nominato il Cda, eleggendo Luca Dal Fabbro presidente, in sostituzione di Carlo Malacarne, confermando Marco Alverà amministratore delegato e nominando consiglieri Laura Cavatorta, Francesco Gori, Yunpeng He, Antonio Marano, Francesca Pace, Rita Rolli e Alessandro Tonetti.
Il gruppo guidato da Marco Alverà ha avviato la sperimentazione dell’immissione di una miscela di idrogeno al 5% in volume e gas naturale nella rete di trasporto gas italiana. La sperimentazione, prima di questo genere in Europa, ha luogo in provincia di Salerno, e prevede la fornitura di H2NG (miscela di idrogeno e gas) a due imprese industriali della zona, per circa un mese.
Terna (-1,2%) ha lanciato con successo un’emissione obbligazionaria green in euro di 500 milioni destinata a investitori istituzionali. Il green bond ha durata 7 anni e scadenza il 10 aprile 2026, pagherà una cedola pari all’1,000%, sarà emesso a un prezzo pari a 99,886%, con uno spread di 78 punti base rispetto al midswap e uno spread indicativo più basso di circa 100 bps rispetto al Btp di pari durata.
In base al piano di sviluppo 2019, nel prossimo decennio il gruppo guidato da Luigi Ferraris investirà oltre 13 miliardi nella rete elettrica di trasmissione nazionale per abilitare la transizione energetica, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e in coerenza con il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec).
In coda A2A (-5,1%) che nel 2018 ha registrato un Ebitda salito del 2,7% a 1.231 milioni, beneficiando principalmente del business Reti e calore (+4,9% a 410 milioni), Generazione e trading (+3,9% a 370 milioni) e Ambiente (+2,7% a 268 milioni). L’utile netto ordinario del gruppo è pari a 438 milioni (+6,1% vs 413 milioni nel 2017).
Il Cda proporrà ai soci un dividendo ordinario pari a 0,07 euro per azione (corrispondente a un monte dividendi di circa 218 milioni), in crescita del 21% rispetto all’esercizio precedente (0,0578 euro per azione).
Il dividendo sarà pagato a decorrere dal 22 maggio 2019 (data stacco cedola 20 maggio 2019 – record date 21 maggio 2019).
Il Cda della multiutility lombarda ha approvato il business plan 2019-2023. A livello di aggregati economico-finanziari il gruppo, guidato da Luca Valerio Camerano, si attende a fine piano un Ebitda ordinario pari a 1.531 milioni (vs 1.192 milioni nel 2018) con un cagr del 5,1% e un utile netto di 62 milioni (vs 344 milioni nel 2018).
Tra le Mid, tonica Acea (+7,5%). Il gruppo guidato da Stefano Donnarunna ha presentato il piano industriale 2019-22. Tra i principali obiettivi, crescita media annua dell’Ebitda pari all’8%, a 1,1 miliardi al 2020 e a 1,3 miliardi al 2022. Investimenti per 4 miliardi nel periodo, in crescita di circa 900 milioni rispetto al piano precedente.
La società potrebbe essere interessata al dossier Sorgenia, il produttore e distributore di energia elettrica e gas che le banche socie puntano a cedere dopo la ristrutturazione del debito.
Si segnalano gli aggiornamenti relativi a giudizi e target price da parte degli analisti che seguono il titolo Acea. Nel dettaglio, hanno alzato il target price Mediobanca (a 19,5 euro vs 18 euro), Banca Akros (17,8 euro vs 16,7 euro) e MainFirst (18,2 euro vs 17,0 euro). Infine, gli analisti di Equita Sim hanno alzato sia il giudizio a Buy dal precedente Hold, sia il target price a 18 euro dal precedente 16,4 euro.
L’assemblea degli azionisti di Iren (+1,1%) ha autorizzato il Cda ad effettuare operazioni di acquisto e disposizione di azioni proprie per un massimo di 65.000.000 di azioni, pari ad un ventesimo del capitale sociale, nei prossimi diciotto mesi.
Erg, poco sotto la partà (-0,2%), ha collocato un prestito obbligazionario green in euro per 500 milioni della durata di 6 anni a tasso fisso. Le obbligazioni, che hanno un taglio unitario minimo di 100mila euro, pagano una cedola lorda annua al tasso fisso dell’1,875% e sono state collocate a un prezzo di emissione pari al 99,674% del valore nominale. Le obbligazioni saranno quotate presso il mercato regolamentato della Borsa di Lussemburgo. È previsto che Fitch Ratings attribuisca all’emissione un rating pari a BBB-.
Tra le Small, acquisti su Edison (+1,3%). Nel periodo di conversione volontaria, dal 15 febbraio 2019 al 1° aprile 2019, delle azioni di risparmio in azioni ordinarie (non quotate sul MTA) sono state presentate richieste di conversione per 378.894 azioni di risparmio, pari allo 0,344% del capitale della stessa categoria.
Il Cda della società ha condiviso i 9 target di sviluppo in linea con gli obiettivi promossi dalle Nazioni Unite (Sustainable Development Goal SDGs) e con gli assi portanti del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC).
L’assemblea ha approvato il bilancio della capogruppo relativo all’esercizio 2018. Su proposta dell’azionista di controllo TDE sono stati confermati Jean-Bernard Lévy, nominato anche Presidente, Marc Benayoun, Sylvie Jehanno, Béatrice Bigois, Nicole Verdier-Naves e gli amministratori indipendenti, Paolo di Benedetto e Nathalie Tocci. Sono stati nominati nuovi amministratori Xavier Girre e, tra gli indipendenti, Fabio Gallia.
Segue Acsm-Agam che ha portato a casa l’1,1 per cento.
TerniEnergia (-1,1%). A fine febbraio il gruppo riporta un indebitamento finanziario netto pari a 61,3 milioni, in lieve calo rispetto ai 61,6 milioni del mese precedente.
In coda Seri Industrial (-4,1%). A fine febbraio il gruppo riporta un indebitamento finanziario netto pari a 48,8 milioni, aumentato rispetto ai 42,4 milioni del mese precedente.
L’Arera ha approvato i criteri di regolazione tariffarie per il servizio di trasporto e misurazione del gas naturale per il quinto periodo di regolazione (2020-2023). Tra gli aspetti principali si ricordano la conferma della durata del periodo regolatorio di quattro anni (2020-2023), l’attuale valore del beta unlevered a 0,364 e, di conseguenza, il valore del WACC regolato a 5,7% per gli anni 2020 e 2021.
Dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano curata dall’ENEA, l’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, emerge che dopo un decennio di crescita, per la prima volta nel 2018 in Italia si è assistito a un calo della produzione da eolico e fotovoltaico (-3%). Un contesto in cui sembrerebbero a rischio gli obiettivi di decarbonizzazione che l’italia si è data, quali il target del 30% di rinnovabili al 2030 e la riduzione delle emissioni.
Lo scorso mese di marzo il consumo di gas naturale in Italia è stato pari a 6.943 milioni di metri cubi, in calo del 15,7% rispetto allo stesso mese del 2018. Un andamento che riflette le temperature miti del mese scorso, soprattutto a confronto con un marzo 2018 gelido a causa alla perturbazione Burian.
Il mese di aprile è partito con una media dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso in Italia pari a 58,7 €/MWh, in aumento del 18,8% rispetto ad aprile del 2018 e dell’11,1% rispetto a marzo 2019.
Il primo aprile le quotazioni del gas naturale presso il Punto di scambio virtuale (Psv) si sono mosse intorno a 17,6 €/MWh, cioè il 16% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018, e il 10,2% in meno rispetto a inizio marzo 2019.
In base al DL Crescita gli enti locali potranno usufruire di un pacchetto da 500 milioni, finanziati dal Fondo sviluppo e coesione, che i sindaci dovranno spendere per piccole opere legate al risparmio energetico e alla messa in sicurezza degli edifici pubblici. Obiettivo principale è la promozione del risparmio energetico negli edifici pubblici e l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.