Bper – La BCE chiede un piano aggiornato entro il 30 settembre 2021

La BCE ha richiesto a Bper “di predisporre e trasmettere all’autorità di vigilanza entro il 30 settembre 2021 un piano industriale aggiornato che tenga conto del perimetro del gruppo risultante dall’acquisizione dei 532 sportelli di Intesa Sanpaolo. Lo si legge nel prospetto informativo sull’aumento di capitale da 802 milioni dell’istituto modenese, che partirà lunedì 5 ottobre.

La BCE “ha evidenziato che il trasferimento del ramo d’azienda richiederà miglioramenti all’infrastruttura informatica del gruppo Bper, la quale dovra’ essere in grado di assicurare un adeguato livello della qualità dei servizi e del supporto fornito ai nuovi clienti acquisiti”, riporta il prospetto.

L’Eurotower si è poi soffermata “sullo sviluppo dell’asset quality del gruppo Bper e alla conseguente capacità di generare profitti e mantenere solidi requisiti patrimoniali”, oltre “all’esigenza di attuare un’efficiente razionalizzazione dei costi”, sottolinea il prospetto,

Bper prevede di pagare circa 735 milioni per l’acquisizione di 532 filiali da Intesa Sanpaolo (di cui 501 ex Ubi Banca). L’ammontare sarà corrisposto in due tranche, “ovverosia al perfezionamento del trasferimento delle filiali relative a Ubi Banca e al perfezionamento del trasferimento delle filiali relative a Intesa Sanpaolo, proporzionalmente agli assetti ponderati per il rischio ceduti”, spiega il documento.

Questi ultimi, secondo le stime, sono pari a 14,4 miliardi e, tuttavia, in base agli accordi non possono superare i 15,5 miliardi. “Eventuali variazioni dell’ammontare degli Rwa, fermo il limite previsto dall’accordo, potrebbero pertanto determinare una variazione del corrispettivo del ramo e del badwill originato dall’acquisizione, stimato in misura pari a 1,2 miliardi (al lordo dell’impatto fiscale)”, spiega il prospetto.

Bper stima di spendere 31 milioni per realizzare l’aumento di capitale da 802 milioni. Conseguentemente, “i proventi netti derivanti dall’aumento di capitale, in caso di integrale sottoscrizione dello stesso sono stimati pari a circa 771 milioni”, si legge nel documento.

Gli azionisti e i titolari delle obbligazioni convertibili “che non dovessero esercitare integralmente i diritti di opzione a loro spettanti subirebbero, in caso di sottoscrizione integrale dell’aumento di capitale, una diluizione massima della loro quota di partecipazione al capitale sociale fully diluted pari al 61,52%”, puntualizza il documento.

Il documento riporta inoltre che “gli azionisti che decidessero di sottoscrivere l’offerta per la parte di propria competenza subirebbero, comunque, una diluizione pari al 4,04% (ipotizzando l’integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale), in conseguenza del fatto che le nuove azioni sono offerte in opzione anche ai portatori delle obbligazioni convertibili”.