Pomeriggio in moderato rialzo per i rendimenti dei benchmark europei tra le rafforzate aspettative che le banche centrali abbiano terminato le loro strette monetarie e siano pronte a tagliare il costo del denaro.
I principali listini continentali viaggiano positivi con il Ftse Mib a +0,4%.
Il sentiment beneficia dei segnali positivi che stanno emergendo dall’agenda macroeconomica con il deflatore PCE di ottobre, una delle misure inflattive maggiormente monitorate dalla Fed, che ha registrato un incremento del 3% su base annua, rallentando più delle attese (+3,1%) dal +3,4% di settembre; variazione nulla su base mensile, rispetto al +0,1% del consensus, dopo il +0,4% del mese precedente.
Al netto di elementi volatili quali alimentari ed energia, il PCE core è salito del 3,5% anno su anno, in linea con le attese, dopo il +3,7% di ottobre; su base mensile, l’indicatore è aumentato dello 0,2%, in linea al consensus, dopo il +0,3% del mese precedente.
Dati incoraggianti anche nel Vecchio Continente con un’inflazione dell’Eurozona di novembre che si è raffreddata più del previsto al +2,4%, avvicinandosi quindi sempre più all’obiettivo del 2%, mentre tra gli investitori aumenta la fiducia che la Banca Centrale Europea taglierà i tassi di interesse prima di quanto suggeriscano i funzionari.
Occhi infine sull’OPEC+ che sta discutendo ulteriori tagli alla produzione di circa 1 milione di barili al giorno nel tentativo di superare i disaccordi interni e sostenere le quotazioni del greggio.
Tornando all’obbligazionario, il rendimento del BTP sale al 4,22% (+3 bp), con uno spread a 176 punti, mentre il tasso del T-Bond si fissa al 4,32% (+5bp).