Seduta prevalentemente in calo per i principali listini asiatici, orfani di India e Australia chiuse per festività, dopo l’andamento in frazionale rialzo a Wall Street.
Shanghai guadagna lo 0,1% e Shenzhen cede lo 0,7%,fanno peggio Hong Kong (-1,3%) e il Giappone con Nikkei a -1,3% e Topix a -1,4%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha chiuso in progresso dello 0,6%, lo S&P500 dello 0,5% e il Nasdaq dello 0,2%.
Il sentiment risente dell’affievolimento dell’ottimismo sulle misure di salvataggio della Cina.
Morgan Stanley ha tagliato i suoi obiettivi per i principali indici azionari cinesi, affermando che le sfide del paese con debito, demografia e deflazione sono tra i principali ostacoli a ulteriori guadagni azionari.
Nel frattempo, l’inflazione a Tokyo è scesa sotto il 2% per la prima volta in più di un anno e mezzo, una decelerazione più marcata del previsto.
Gli ultimi verbali della Banca del Giappone mostrano che i membri del consiglio stanno riflettendo sulla forza della crescita dei prezzi e sui tempi di un rialzo dei tassi ampiamente atteso.
Sempre sul fronte macro, gli ultimi dati sul prodotto interno lordo degli Stati Uniti hanno sfidato le previsioni di recessione: nel quarto trimestre 2023 il Pil americano ha registrato un incremento del 3,3% annualizzato, in rallentamento rispetto al +4,9% del 3Q ma sopra le attese (+2,0%).
I trader hanno continuato a scontare pienamente il taglio dei tassi di interesse della Fed a maggio, aumentando al contempo le scommesse sui tagli totali quest’anno a circa 140 punti base.
In giornata attesi i dati di dicembre sul reddito e spesa personali a stelle e strisce.
Sul forex, l’euro/dollaro in calo a 1,082 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 147,8. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,5%) a 82 dollari al barile e il Wti (-0,7%) a 76,8 dollari.