Auto USA – I dati di giugno confermano i campanelli d’allarme

Rallenta ancora il mercato dell’auto americano che lo scorso mese ha visto le immatricolazioni calare del 5% su base annua. Gli analisti hanno abbassato le previsioni sui volumi dei prossimi anni in un contesto in cui aumentano i default sui finanziamenti agli acquisti, mentre la continua discesa dei prezzi dell’usato mette sotto pressione le vendite di nuovi veicoli. Il tutto si inserisce in uno scenario in cui la Federal Reserve sta progressivamente aumentando i tassi di interesse, rischiando di accentuare la tensione creditizia sul settore.

Il dato delle vendite di giugno di auto nuove negli Stati Uniti dei maggiori produttori americani, giapponesi, nonché coreani ha dimostrato la debolezza del settore, ormai in declino da diversi mesi.

Il numero di veicoli venduti nello scorso mese è diminuito del 5% su base annua, ma il dato nasconde il crollo del segmento auto, che ha superato la doppia cifra in quasi tutte le principali case automobilistiche, salvato solo dalle vendite di camion ed in alcuni casi anche dei pickup, le tipiche vetture da trasporto aperte molto apprezzate negli Usa.

I numeri complessivi erano previsti in ulteriore peggioramento, in quanto le previsioni delle vendite di auto nuove per il 2017 e per i prossimi anni sono piuttosto negative.

Guardando nello specchietto retrovisore, ci si accorge che l’esuberanza degli anni precedenti, risultato di un mix di leva finanziaria e del rinnovo di un parco auto assai vetusto, è ormai un primato non più ripetibile. Infatti, il livello di 17,3 milioni di veicoli nuovi venduti nel 2016, che ha battuto anche il precedente record del 2007, rischia di essere pesantemente rivisto al ribasso in questo e negli esercizi futuri.

Per l’anno in corso, le previsioni sulla base dell’andamento del primo trimestre oscillano tra i 16,3 e i 16,5 milioni di pezzi, rispetto agli oltre 18 milioni previsti a inizio 2017. Diversi sono i fattori che hanno portato al veloce declino del settore, che secondo alcuni analisti potrebbe anche essere molto severo.

Oltre il 70% delle vendite di nuovi veicoli è realizzato utilizzando un finanziamento, sempre più necessario dato il crescere dei prezzi. In aggiunta, la diminuzione delle quotazioni dei veicoli usati sta impattando negativamente sulle vendite di auto nuove, che devono essere alienate solo grazie alla concessione di pesanti incentivi, meglio noti come sconti.

Sul fronte dei finanziamenti, la percentuale di quelli “subprime”, vale a dire con un livello di solvibilità del debitore molto contenuto, è pari a circa a un quarto del totale ed è in sensibile crescita negli ultimi due anni.

In questo ambito, la stretta monetaria progressiva della Fed non aiuta e, anzi, rischia di esacerbare la tensione creditizia sul settore, già piuttosto elevata. Nello specifico, la durata dei finanziamenti ha raggiunto i 69 mesi di estensione, un nuovo record assoluto, a fine semestre.

Il settore ha registrato anch’esso un boom senza precedenti, con un aumento della produzione del 15%, rispetto al periodo pre-crisi e del 130% dai minimi di inizio 2010, mentre la produzione industriale, nel suo complesso, non ha recuperato i livelli antecedenti la caduta da fine 2007.

CONCLUSIONI

Tradotto nella realtà quotidiana, il settore auto ha distorto l’effetto dell’impatto delle manovre ultra aggressive della Federal Reserve sull’economia reale, diversamente poco efficaci.

Le previsioni per il settore nel prossimo triennio non sono confortanti. La stessa Morgan Stanley ha drasticamente abbassato le stime delle vendite dagli iniziali 19 milioni di unità, che avrebbero rappresentato un nuovo record assoluto, alla nuova stima di 15 milioni, ma ci sono anche analisti che prospettano crolli fino a 13,5 milioni o addirittura 11 milioni, molto vicini ai minimi del 2010.

Molto dipenderà dall’andamento dei prezzi che sono usati come collaterali dei finanziamenti erogati. Qualora il valore delle auto usate continui a decrescere, il numero dei default sui prestiti auto proseguirà, al contrario, a lievitare.

Anche nello scorso ciclo economico, il prezzo dell’usato raggiunse un picco nel 2006 e poi crollò del 25% fino al 2009, trascinando negli abissi tutto il settore del credito auto, che raggiunse percentuali di insolvenze a doppia cifra. Il grafico sottostante sembra indicare che la storia possa ripetersi.

In aggiunta, il calo dei prezzi delle auto usate implica anche una perdita nel portafoglio dei leasing già erogati. Ciò provoca anche un aumento delle rate per le nuove operazioni. Nell’ultimo ciclo economico il calo del controvalore dei leasing si attestò al 45%, ma, in base ai volumi raggiunti l’anno precedente di 4,3 milioni di nuove operazioni, potrebbe anche precipitare del 70% nei prossimi anni. Infatti, il livello del 2016 è il doppio del picco del 2009 e ben quattro volte il minimo del 2009.