La Nouy vuole fissare paletti anche per lo stock di npl esistente

Danièle Nouy, responsabile della Vigilanza della Bce, non molla la presa sulla questione dei crediti deteriorati, anzi la rafforza.

Nonostante le polemiche suscitate dalla proposta di fissare un automatismo negli accantonamenti relativi al flusso di nuovi crediti deteriorati, non retrocede nel suo disegno, anzi allarga l’ambito di intervento anche all’intero stock degli npl. Tale prospettiva, nell’attesa di conoscere i dettagli, allarma le banche italiane, che potrebbero essere chiamate a intervenire con operazioni di cessione e mosse più drastiche di riduzione che rischiano di comportare perdite e drenare risorse finanziarie, richiedendo in alcuni casi anche interventi di rafforzamento patrimoniale.

Uno scenario che potrebbe inoltre riflettersi sulla capacità di concedere credito alle imprese e alle famiglie italiane, in una fase nella quale è importante che non vengano spenti i segnali di ripartenza della timida crescita economica.

Il primo pacchetto di proposte studiato dagli uffici guidati da Nouy prevede che i nuovi crediti debbano essere azzerati in bilancio in sette anni se garantiti e in due anni se chirografari. Un progetto che è già stato criticato, sia perché in parte esautora le banche dalla propria capacità di valutazione delle singole posizioni sia perché potrebbe comportare un congelamento delle concessioni di credito per i timori di una crescita del flusso futuro dei deteriorati.

Imperterrita nella propria battaglia contro le sofferenze, la Nouy, intervenendo a una conferenza nella sede della Banca dei Regolamenti Internazionali, ha dichiarato che Francoforte sta valutando delle «linee guida quantitative» per lo smaltimento dello stock accumulato di crediti deteriorati.

Un concetto che era già indicato nel recente addendum del 4 ottobre. Nel documento, si dice infatti che “Per quanto riguarda le consistenze in essere, la Vigilanza bancaria della Bce ha richiesto alle banche con livelli elevati di npl di definire strategie al riguardo, inclusi obiettivi di riduzione, nella prima metà di quest’anno. Molte banche hanno realizzato notevoli progressi e presentato strategie credibili, inclusi piani di riduzione. Per alcune banche, invece, sono ancora necessari miglioramenti. La Vigilanza bancaria della Bce continuerà a seguire da vicino i progressi per quanto concerne la riduzione degli npl, i relativi accantonamenti e gli sviluppi sul piano delle strategie per gli npl. Inoltre, entro la fine del primo trimestre del 2018, la Vigilanza bancaria della Bce presenterà le proprie considerazioni su ulteriori politiche per fronteggiare le consistenze di npl in essere, incluse disposizioni transitorie appropriate”.

L’esponente della Bce è tornata sulla questione, ribadendo che “intendiamo emanare linee guida addizionali con indicazioni quantitative per le banche che tergiversano”.

Le banche italiane hanno già fatto notevoli sforzi per abbattere lo stock dei crediti deteriorati e nel corso del 2017 la situazione è notevolmente migliorata. Il punto, quindi, non è la volontà di incidere su tale fardello, ma il rischio di porre dall’esterno obiettivi che non tengano conto della conoscenza interna del management delle diverse situazioni e della capacità di recupero con strumenti diversi dalla cessione. Per esempio, con l’impegno di fare tornare in bonis le aziende in un momento di difficoltà, funzione altrettanto importante per il sostegno economico della penisola, che la concessione di nuovi crediti.