Banche – La Commissione Ue riconosce i progressi italiani sui crediti problematici

L’Italia è tra i Paesi dell’Unione Europea che hanno riportato i miglioramenti più significativi nella diminuzione della propria esposizione di npl.

È quanto si evince dal primo rapporto redatto dalla Commissione Europea sulla tematica basandosi sui dati forniti dalla Bce, pubblicato oggi.

Valdis Dombrovskis, vice presidente dell’organismo comunitario, ha sottolineato che “L’Italia ha fatto un’inattesa accelerazione con la riduzione di un quarto delle sofferenze in un anno, mentre la media degli altri Paesi è stata di un terzo”.

L’esponente europeo ha poi aggiunto: “I rischi non sono finiti, ma i risultati vengono definiti molto incoraggianti. Restano criticità sulle insolvenze, dovute ad un sistema giudiziario civile che non funziona come dovrebbe”.

Tornando al rapporto, per quanto riguarda le banche italiane emerge che “Negli ultimi 12 mesi, il Belpaese ha diminuito la quota del totale degli npl in rapporto ai crediti totali di circa un quarto, passando dal 16,2% del giugno 2016 al 12,2% del giugno 2017”.

L’organismo europeo sta lavorando in quattro direzioni per accelerare la diminuzione dello stock di npl: la nascita di veicoli per la gestione degli stessi, la definizione di nuove regole sull’insolvenza; l’introduzione di misure per dare a vita mercati secondari sui quali cedere i crediti deteriorati e, infine, la creazione di nuovi cuscinetti finanziari per assorbire futuri npl. Entro marzo, l’organo comunitario dovrebbe pubblicare le proposte definitive.

Per ridurre i rischi di una futura crescita dei crediti deteriorati, la Commissione Ue, come sottolineato nel documento, ha in programma di introdurre “un backstop prudenziale di legge per prevenire il rischio di una sotto copertura dei crediti deteriorati, che verrebbe applicato solo a nuovi prestiti che successivamente diventano deteriorati”.

Si tratterà poi di stabilire cosa possa costituire un nuovo credito e in quali casi applicare questa norma.