Mercati Asiatici – Le preoccupazioni di inflazione spingono il Continente in rosso

Seduta di vendite per i principali listini del continente asiatico mentre gli investitori continuano a bilanciare i rischi di un’inflazione più forte che spingerebbe i tassi globali al rialzo.

I maggiori indici cinesi si sono mossi al ribasso per la terza seduta consecutiva e ad Hong Kong l’azionario è crollato dopo le intenzioni di aumentare l’imposta di bollo sulla negoziazione di azioni per la prima volta dal 1993.

Le indicazioni di Powell non hanno tranquillizzato gli operatori: ieri il Chairman della Fed ha infatti espresso caute aspettative per un graduale ritorno a un’attività più normale entro la fine dell’anno, sottolineando al tempo stesso come i rendimenti obbligazionari più elevati riflettano un ottimismo economico e non timori inflazionistici.

Persistono tuttavia le preoccupazioni di una valutazione troppo gonfiata dell’azionario mondiale. Nel frattempo gli investitori stanno ruotando i loro portafogli verso quei titoli maggiormente penalizzati dal Covid e che ora potrebbero beneficiare del lancio di vaccini.

Si segnala inoltre come i governi regionali in Giappone abbiano chiesto che le misure di emergenza contro la pandemia siano revocate prima della fine prevista per il 7 marzo, coerentemente con un rallentamento dei nuovi casi di COVID-19.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro sale a 1,2155 e il dollaro/yen si attesta a 105,57. Tra le materie prime, scende il petrolio con il Brent a 64,28 dollari al barile (-0,3%) e il Wti a 61,34 dollari al barile (-0,5%). Poco mosso l’oro a 1.804,45 dollari l’oncia (-0,1%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai cede il 2% e Shenzen il 2,2%. Hong Kong in calo del 2,7%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure ieri a Wall Street: Dow Jones (+0,1%), S&P 500 (+0,1%) e Nasdaq (-0,5%).