Banche (+6,7%) – Boom di Banco Bpm (+22,9%) nell’ottava in scia a conti e nuovi rumor di M&A

Il Ftse Italia Banche termina l’ottava con un balzo del 6,7% e al di sopra dell’analogo indice europeo (+4,1%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1,4%).

In Europa (inclusa l’Italia) e nel Mondo il focus è rimasto sull’andamento dei contagi e sulla prosecuzione della campagna vaccinale. La nuova variante Omicron si diffonde molto più facilmente ma sembra essere meno letale; quindi gli impatti sulla ripresa economica in atto potrebbero essere gestibili.

L’attenzione resta anche sulla politica monetaria della Fed, con il chairman Jerome Powell che ha confermato un primo rialzo dei tassi di interesse a marzo, aprendo alla possibilità di interventi più frequenti e più ampi di quanto previsto in precedenza per contrastare l’inflazione.

La BCE, invece, ha per ora mantenuto invariata la politica monetaria. Il presidente Christine Lagarde ha affermato che i rischi legati all’inflazione sono orientati al rialzo, anche se la natura delle pressioni sui prezzi sembra ancora transitoria e non c’è bisogno di prendere decisioni affrettate.

Altro fattore sotto osservazione sono le tensioni Usa-Russia per la questione Ucraina.

In questo scenario, con lo spread che ha oscillato in area 155-165 pb, il comparto bancario ha archiviato un’ottima settimana, sostenuto dalle ottime indicazioni arrivate dalla trimestrali.

Sul Ftse Mib exploit di Banco Bpm (+22,9%), tornato al cento dei rumor di M&A su un potenziale interesse di UniCredit, anche se il Ceo Giuseppe Castagna ha allontanato le ipotesi di M&A per ora, e con la banca reduce dai conti e che proseguirà il de-risking.

In spolvero UniCredit (+4,8%), che valuta sempre opzioni strategiche ma che non ha in programma un cda straordinario e con l’istituto al lavoro sul de-risking, e Intesa Sanpaolo (+7%), che nei giorni scorsi ha presentato il nuovo piano industriale al 2025.

Bene Bper (+5,1%), reduce dai risultati e che nei prossimi mesi alzerà il velo sul nuovo piano strategico, in attesa di definire il deal Carige, e Mediobanca (+4,4%), reduce dai conti e che valuterà potenziali opportunità di crescita per linee esterne.

Sul Mid Cap scatta Mps (+13%), che prosegue le interlocuzioni con le autorità in merito al piano industriale 2022-2026, il cui cda ha approvato i risultati e revocato le deleghe all’Ad Guido Bastianini nominando Luigi Lovaglio al suo posto. Volano Credem (+16%), reduce dai conti e che valuterà potenziali opportunità di M&A, e Popolare di Sondrio (+7,9%), reduce dai conti e che entro fine marzo presenterà il nuovo piano industriale.

Sullo Small Cap ok Carige (+1,6%), con Bper concentrata a finalizzare la due diligence nell’ottica dell’acquisizione del controllo e con la banca reduce dai risultati, così come Banca Finnat (+3%), Banca Profilo (+6,4%) e Banco Desio (+3,6%).